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Giovedì 21 settembre ‘Giornata Mondiale dell’Alzheimer’

Sostegno alla famiglia e qualificazione della rete assistenziale, in particolare l’assistenza domiciliare. In occasione della XIII ‘Giornata Mondiale dell’Alzheimer’ e del centenario della scoperta della malattia, gli assessori regionali alle Politiche per la salute e alle Politiche sociali, Giovanni Bissoni e Anna Maria Dapporto, mettono in evidenza l’impegno della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni, di Enti e con la collaborazione di tanti volontari, rispetto all’Alzheimer, prima causa di demenza senile, che nella regione interessa circa 60.000 persone.

Per la malattia di Alzheimer non esistono, ancora oggi, cure risolutive; a maggior ragione resta prioritaria l’importanza di prendersi cura del malato e di sostenere i famigliari nel percorso di assistenza.

“Questa prospettiva – osserva Anna Maria Dapporto – pone su un piano sociale, oltre che sanitario, il problema delle demenze senili. La lunga durata della malattia (talvolta oltre 10 anni) impone un approccio attento sia alle esigenze della persona malata, che ai bisogni di coloro che se ne prendono cura. Alla persona con demenza, oltre che garantire interventi clinici specialistici, è necessario garantire una continuità di vita offrendo la possibilità di stare nella propria casa per più tempo possibile. E questo richiede nuove strategie sia sul piano sanitario, ma soprattutto sul piano socio-familiare: sostenere la domiciliarità, significa anche aumentare la capacità di tenuta della famiglia, che costituisce una preziosa risorsa”.

La Regione Emilia-Romagna ha approvato ed avviato a partire dalla fine del 1999 uno specifico progetto regionale per le demenze senili a cui sono state dedicate, sino ad oggi, risorse aggiuntive per circa 5,3 milioni di euro.

“Quello per la diagnosi e la cura delle demenze senili è un progetto a forte integrazione socio-sanitaria – sottolinea Giovanni Bissoni -, che ha dato vita ad una rete di servizi, presente su tutto il territorio regionale, di 47 Centri specializzati nella diagnosi e cura delle demenze, collegati ai servizi socio-sanitari anche domiciliari. Questa rete di assistenza in cinque anni ha preso in carico più di 50mila persone garantendo loro piani socio-assistenziali personalizzati, con un forte sostegno e coinvolgimento attivo dei familiari”.

Ai familiari è stata dedicata una specifica attenzione: sono state realizzate iniziative formative a cui hanno partecipato oltre 16 mila persone, sono stati promossi gruppi di sostegno ed auto-aiuto che hanno coinvolto circa 2800 familiari, sono state erogate circa 30.000 consulenze specialistiche (psicologiche, assistenziali, legali e tecniche per adattamento degli ambienti).
Nel 2005, la Regione ha destinato 900mila euro allo sviluppo di programmi di qualificazione dell’assistenza domiciliare, e uno dei principali interventi riguarda proprio l’assistenza a casa delle persone con Alzheimer. Al riguardo, gli assessori Bissoni e Dapporto sottolineano l’esigenza di modelli di intervento innovativi, specifici e flessibili diretti non solo alla persona malata, ma attenti a chi si occupa della sua presa in carico.
















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