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Corsi abilitanti: professori protestano per modalità frequenza

Docenti precari modenesi in rivolta per le modalità dei corsi speciali abilitanti all’insegnamento. Costano e durano più del previsto, hanno orari e dislocazioni estremamente disagevoli per i 644 insegnanti modenesi che dovrebbero frequentarli. Il condizionale è d’obbligo, perché molti docenti iscritti si stanno ritirando proprio a causa delle inattese difficoltà a cui andrebbero incontro.

Docenti precari modenesi in rivolta per le modalità dei corsi speciali abilitanti all’insegnamento. Costano e durano più del previsto, hanno orari e dislocazioni estremamente disagevoli per i 644 insegnanti modenesi che dovrebbero frequentarli. Il condizionale è d’obbligo, perché molti docenti iscritti si stanno ritirando proprio a causa delle inattese difficoltà a cui andrebbero incontro. Il problema è sollevato dal sindacato Cisl Scuola di Modena, che il 20 luglio aveva denunciato pubblicamente l’assoluta mancanza di notizie certe sull’attivazione dei corsi, ai quali i docenti modenesi interessati si erano iscritti fin dalla scorsa primavera.

“Ora sono finalmente usciti i bandi, – spiega il segretario provinciale della Cisl Scuola Luigi Belluzzi – ma le università dell’Emilia-Romagna hanno completamente stravolto le intenzioni dei provvedimenti legislativi. I corsi partono quasi tutti in settembre e stanno sollevando forti proteste per i costi, la durata, i luoghi e gli orari di svolgimento delle lezioni”.
Partiamo dai costi. I sindacati avevano richiesto alle università di contenerli entro i mille euro, invece l’abilitazione per l’infanzia e la primaria ha un costo finale di 2.100 euro. Per le secondarie è stato indicato il costo della prima rata (500 euro), ma non si conosce l’importo del saldo. Anche la durata dei corsi ha spiazzato tutti. L’Università di Modena e Reggio conclude il corso per la primaria nell’aprile 2008, per cui i nuovi abilitati potranno accedere a pieno titolo alle graduatorie permanenti solo tra due anni.
“L’assurdo è che le università della Campania e del Lazio concludono gli stessi corsi ad aprile 2007, cioè un anno prima e a costi più bassi. In questo modo – afferma Belluzzi – i neo abilitati di quelle regioni potranno entrare nelle graduatorie permanenti con un anno di anticipo rispetto ai loro colleghi dell’Emilia-Romagna”.
La Cisl Scuola di Modena sostiene, poi, che va ancora peggio con la dislocazione e gli orari delle lezioni. Una parte dei docenti di scuola secondaria deve andare a Bologna, Ferrara o Parma; per le lezioni sono stati proposti cinque giorni la settimana (v. Università di Ferrara), anziché i due previsti inizialmente.
“Quasi tutti gli insegnanti interessati hanno supplenze o incarichi, spesso in scuole della montagna – osserva Belluzzi – Come possono frequentare i corsi? Eppure erano state assicurate condizioni e modalità tali da agevolare i docenti interessati. La conseguenza è che molti di essi si stanno ritirando, mentre per chi tiene duro al danno si aggiunge la beffa: qualche università ha già fatto sapere che se le immatricolazioni saranno inferiori al 50 per cento del previsto, gli immatricolati saranno inglobati nei corsi Ssis (Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario), che hanno durata biennale”.
Per tutte queste ragioni la Cisl Scuola di Modena sollecita un chiarimento urgente e soprattutto una riorganizzazione dei corsi abilitanti che tenga conto delle effettive necessità dell’utenza a cui si rivolgono. “Altrimenti – conclude Belluzzi – chiederemo l’intervento diretto del ministro Fioroni”.
















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