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Cadute dall’alto: Cisl Modena chiede rispetto normative

“C’è una sola spiegazione al fatto che i muratori continuano a cadere dalle impalcature: troppo spesso nei cantieri non vengono assicurate nemmeno le più elementari condizioni di sicurezza”. Lo afferma Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, commentando le cadute dall’alto di cui sono rimasti vittime ieri due lavoratori edili, uno a Modena e l’altro a S. Prospero.

“Augurandoci che le condizioni di salute dei due lavoratori coinvolti possano presto migliorare, – dichiara Coscia – sottolineiamo ancora una volta che un infortunio sul lavoro produce altissimi costi umani, sociali ed economici, di gran lunga superiori ai costi della prevenzione. Quanto accaduto non solo ieri, ma anche nelle scorse settimane conferma l’esigenza di una forte iniziativa specifica per sensibilizzare le piccole imprese e gli artigiani sul rispetto delle normative. Chiediamo – spiega il segretario Cisl – più sostegno e formazione affinché i cantieri siano in regola non solo formalmente, ma realmente”.

Dal canto suo il sindacato edili Filca-Cisl di Modena ricorda che le cadute dall’alto rappresentano, con il 42 per cento dei casi, la prima causa degli infortuni mortali in edilizia accaduti in Italia nel 2005.
“Per questo l’anno scorso abbiamo salutato con soddisfazione l’entrata in vigore del D. Lgs. 235/2003 sui requisiti minimi di sicurezza e salute per chi lavora sui ponteggi. Il problema – dice Domenico Chiatto, segretario provinciale della Filca-Cisl – è che, nonostante un settore così a rischio, stenta ancora ad affermarsi il rispetto delle normative, sia generali che specifiche. È un fenomeno che spesso riguarda le piccole imprese e quelle individuali, ma tutte le aziende devono strutturarsi se vogliono evitare di correre rischi enormi, anche dal punto di vista penale. Speriamo che la situazione possa cambiare in fretta grazie al nuovo contratto integrativo provinciale dell’edilizia. Firmato a fine luglio, stabilisce nuove norme sulla presenza e funzione dei Rlst, i rappresentanti territoriali dei lavoratori per la sicurezza. Intanto le imprese devono smetterla di mandare sui tetti i dipendenti allo sbaraglio e senza le minime condizioni di sicurezza; ma soprattutto – conclude Chiatto – devono garantire a tutti i dipendenti la formazione di base prevista dalla legge 626, purtroppo largamente disattesa”.

















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