Mentre le iscrizioni evidenziano un sostanziale raddoppio del numero di coloro che si sono affrettati a completare anticipatamente le procedure di pagamento della prima rata delle tasse universitarie (517 contro 275 alla data del 21 agosto 2006) e si sono già messi virtualmente in fila per iniziare l’avventura universitaria, c’è un altro positivo dato che caratterizza l’andamento delle immatricolazioni all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia per l’anno accademico 2006/2007, ormai alle porte.
Cresce l’appetibilità dell’Ateneo
Delle oltre 3.000 matricole finora attese, per l’esattezza 3.024 alla data del 21 agosto 2006, che hanno scelto di completare la propria formazione universitaria preso l’Ateneo emiliano, il 36,9%, vale a dire oltre un terzo, previene da fuori regione o da Paesi stranieri.
Tra questi nuovi universitari che giungeranno a Modena e a Reggio Emilia ci sono numerosi siculi (5,2%), campani (4,4%), calabresi (2,2%), ma anche lombardi (5,1%) e veneti (1,2%), oltre ad una crescente popolazione di emiliano-romagnoli provenienti da altre città della regione (7,0%) ed alla tradizionale affollata colonia di pugliesi (9,1%). Complessivamente saranno rappresentate tutte e 20 le regioni italiane e ben 93 province della penisola. In questa kermesse di dialetti, gli idiomi più frequenti dopo quelli modenese (1.112) e reggiano (584) saranno quelli delle province di Lecce (108), Parma (104), Mantova (95), Foggia (73), Salerno (63), Bologna (56), Agrigento (50), Brindisi (43), Trapani (40), Cosenza (34) e Napoli (33).
Tra le etnie straniere l’Ateneo emiliano continua ad essere in cima alle preferenze soprattutto di Camerunesi (24 le nuove matricole) e Albanesi (21), a distanza seguono Marocchini (7) e le altre nazionalità. Tra questi ci sono anche 3 Iraniani e 3 Pakistani, oltre a 3 Peruviani, 1 Angolano e 1 Honduregno.
La mobilità studentesca aumenta al progredire degli studi
Nell’analisi relativa all’andamento di questo primo mese di immatricolazioni ed iscrizioni (si sono aperte ufficialmente il 24 luglio scorso) all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia colpisce un’altra interessante osservazione che riguarda il differente approccio alla mobilità e, quindi, al trasferimento dai propri luoghi d’origine tra i neodiplomati o diplomati da non più di un triennio e quanti hanno terminato la scuola superiore precedentemente al 2002 e si apprestano ad intraprendere il percorso della laurea specialistica o magistrale.
Se tra i neodiplomati 2006, che bussano per la prima volta all’università con l’intento di frequentare una laurea triennale od una laurea specialistica a ciclo unico (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Scienze della Formazione Primaria) il peso dei “fuori regione”, accertato alla data del 21 agosto, è appena del 26,5% tra quanti si sono affettati – invece – a prenotarsi per conseguire una laurea specialistica a Modena o a Reggio Emilia, completando il ciclo di formazione previsto dalla riforma del “3 + 2”, la quota di provenienti da altre regioni o stranieri è addirittura maggioritaria rispetto ai locali e raggiunge la soglia del 53,5%.
Questo vuole dire che tra i giovani universitari italiani, la stragrande maggioranza dei quali (75%) non si ferma dopo la laurea triennale, prevale l’orientamento a non considerare sufficiente sul piano professionale questo tipo di titolo e differisce la decisione di trasferimento della sede di studi, lontano quindi dalla propria città natale, al momento di intraprendere la laurea specialistica, quando – forse – si ha più dimestichezza con l’ambiente universitario, sono più chiare le proprie vocazioni e “l’apprendistato universitario” portato a termine con la triennale consente di “mirare” la scelta di studio su percorsi formativi capaci di coniugare insieme aspettative personali, qualità didattica ed occupabilità.
Tanta la sete di sapere tra gli adulti
Altra curiosa particolarità che emerge dalla analisi dei dati di queste prime settimane riguarda l’età dei nuovi iscritti. Ben il 12,63% delle oltre tremila richieste registrate dall’Ateneo emiliano ha un età superiore ai 30 anni. Minima la differenza tra maschi (47,05%) e femmine (52,95): il desiderio di migliorare o completare un percorso culturale e/o professionale, sebbene in età adulta, è equamente distribuito a livello di genere tra la popolazione italiana, che dopo la riforma si trova facilitata nella soddisfazione di questa aspirazione sia dalla introduzione di percorsi di laurea più brevi che dalla possibilità di seguire validi itinerari formativi universitari svolti a distanza (Comunicazione e Marketing e Economia, Informatica per la Gestione delle Imprese e Scienze dell’Amministrazione).