E’ stata presentata dal consigliere della Lega Nord Roberto Corradi, una risoluzione in cui si impegna la Giunta regionale a rivedere le politiche di integrazione ed accoglienza a favore degli immigrati, favorendo l’immigrazione dai Paesi dell’est Europa, “sempre nei limiti delle necessità della società emiliano-romagnola”.
Nel documento si invita inoltre la Regione ad adottare politiche per la sicurezza, stanziando finanziamenti specifici da destinare a Province e Comuni che prevedano, nell’ambito delle proprie forze di Polizia locale, la costituzione di nuclei finalizzati a reprimere il fenomeno della clandestinità, procedendo a controlli sistematici e continuativi dei soggetti stranieri.
Corradi infine impegna la Giunta regionale a varare politiche di gestione del patrimonio immobiliare pubblico destinato ad uso abitativo che evitino la concentrazione in un unico stabile e/o quartiere di soggetti di provenienza extracomunitaria.
La risoluzione prende spunto da una recente indagine svolta da un “autorevole istituto di ricerca inglese”, richiamata da un articolo pubblicato da un quotidiano nazionale in data 11 agosto 2006, da cui emergerebbe il “complessivo fallimento delle varie politiche di integrazione nei confronti di immigrati di fede islamica” sia in Gran Bretagna che in Francia.
Corradi rileva inoltre che alcuni dei “terroristi islamici autori delle stragi dell’11 settembre” erano in possesso di cittadinanza di Paesi europei, come erano cittadini inglesi sia “i terroristi islamici autori degli attentati alla metropolitana di Londra nel 2005”, sia “gli oltre 20 terroristi, alcuni dei quali appartenenti alla terza generazione di immigrati in Inghilterra, arrestati il 10 agosto 2006 prima che attuassero il loro piano stragista di far esplodere dieci aerei civili diretti negli USA”.
Di conseguenza – afferma ancora l’esponente della ln – queste “tragiche esperienze dimostrano che i terroristi islamici che minacciano il nostro Paese e la civiltà occidentale non provengono solo dai Paesi islamici, ma si annidano anche all’interno delle comunità già da tempo insediate in Paesi europei” e “appartengono alla classe media”, un dato che dimostra “l’assoluta infondatezza delle teorie che riconducono il terrorismo islamico ad un problema di iniqua distribuzione della ricchezza” e ad una rivendicazione di “poveri oppressi contro ricchi oppressori”.