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In Emilia Romagna 215 incidenti all’anno per ogni 100 km di strade

Sono ben 130 gli incidenti che mediamente si sono verificati per ogni 100 chilometri di strade italiane nel corso del 2004. Il dato emerge da una elaborazione dell’Osservatorio sulla logistica di Due Torri, operatore specializzato in servizi logistici, elaborazione realizzata sulla base di dati ufficiali di Aci e di Istat.

Per dare un’idea del fenomeno in tutta la sua gravità, occorre precisare che gli incidenti considerati sono soltanto quelli con danno alle persone, mentre nel conto non sono entrate le collisioni con danni limitati agli autoveicoli o ad altre cose. Dall’analisi dei dati per regione emerge una chiara correlazione tra il numero degli incidenti per chilometro di strada e il grado di sviluppo economico della regione e quindi della intensità del traffico. Il tasso di sinistrosità è infatti più alto nelle aree economicamente più evolute del Paese, che sono anche quelle a maggior densità di traffico.

In Emilia Romagna nel 2004 gli incidenti con danni alle persone registrati dall’Istat sono stati 23.531 e, poiché la rete stradale della regione ha una lunghezza di 10.945, il numero degli incidenti per ogni 100 chilometri di strade è stato di 215, contro la media nazionale che è stata, come si è detto, di 130.

Vi è, sottolinea il rapporto dell’Osservatorio logistico Due Torri, un elemento che, tra gli altri, incide pesantemente sui tassi di sinistrosità. Si tratta della inadeguatezza dell’estensione e della insufficiente manutenzione delle infrastrutture viarie del nostro Paese. Come noto, l’Italia, pur essendo il paese europeo con la più alta concentrazione di auto, ha una rete stradale non solo non sufficientemente estesa, ma anche molto vecchia. “Le nostre strade – dice Claudio Franceschelli, presidente di Due Torri – sono state quasi tutte realizzate dall’immediato dopoguerra alla fine degli anni settanta e inoltre da trent’anni non si costruiscono più autostrade. Il fattore età ha un rapporto diretto con lo stato complessivo delle strade, non solo per l’invecchiamento delle opere e del manto stradale, ma anche, ad esempio, per la larghezza delle carreggiate, progettate senza tenere conto dei futuri aumenti del traffico. Ciò – prosegue Franceschelli – mentre autorevoli studi sulla sicurezza evidenziano tra i fattori di rischio nella determinazione di incidenti stradali proprio le carenze di manutenzione e l’assetto delle infrastrutture che pongono in stato di oggettiva insicurezza gli utenti della strada”.
















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