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Decreto Bersani: risoluzione Leoni/Filippi (FI) ne chiede revisione

Il “decreto Bersani, erroneamente denominato sulle liberalizzazioni”, “visto che le supposte liberalizzazioni sono solo espedienti di facciata” che farebbero “emergere le contraddizioni” del Governo Prodi “che dice una cosa e ne fa un’altra, in linea peraltro con la cultura comunista che lo predomina”, si connoterebbe come “una sorta di ‘vendetta sociale’ contro certe categorie, contro il risparmio e contro la proprietà, senza intaccare minimamente le oligarchie e le lobbies del vero potere economico/politico/finanziario”.

Lo sostengono i consiglieri regionali di forza italia Andrea Leoni (primo firmatario) e Fabio Filippi in una articolata risoluzione presentata oggi, in cui auspicano che il “Governo Prodi non persegua questa strada” ed in cui esprimono il “massimo sconcerto di fronte ad iniziative estemporanee e pericolose come quelle assunte dal trio Bersani/Visco/Prodi”, chiedendone “una revisione profonda sia per quanto riguarda le misure punitive nei confronti di certe categorie, sia dal punto di vista della tutela della libertà dei cittadini come contribuenti e risparmiatori e come lavoratori ed imprenditori”.

I provvedimenti “messi in campo estemporaneamente dal Governo Prodi” – scrivono i consiglieri – avrebbero infatti “giustamente sollevato l’allarme sociale delle categorie prese di mira che si sono sentite penalizzate e punite rispetto a settori minimamente sfiorati dal decreto perché funzionali agli interessi del centro-sinistra”, che si sarebbe quindi “ben guardato dall’intaccare i veri privilegi dei monopoli, dei sindacati e delle cooperative e di settori chiave come quelli delle municipalizzate”.

Considerando che questa “operazione” non rappresenterebbe neppure una “salvaguardia per i consumatori come avrebbe voluto far credere la propaganda” e che le sue “immediate” conseguenze sarebbero state “devastanti sull’economia e sul risparmio”, Leoni e Filippi puntano il dito contro il “cosiddetto provvedimento anti-evasione di Visco” che “si configurerebbe come una pericolosa strategia illiberale ai danni di tutti i contribuenti..penalizzando le attività economiche ed istituendo ingiustificati controlli propri di una società poliziesca”, preparando “la strada per colpire indiscriminatamente ogni contribuente ed ogni risparmiatore”.
















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