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Vignola: Ascom e Confesercenti su mercato

Siccome potrebbe piovere, anche per mezz’ora, il mercato ambulante di Vignola va tolto dal centro.
Ci si passi la battuta (la mezz’ora di pioggia viene però davvero citata) ma non si saprebbe dare senso compiuto alla singolare presa di posizione, pubblicata venerdì scorso sulla stampa locale, in cui si “denuncia” l’affluire a Vignola di una gran quantità di gente per la concomitanza del mercato ambulante e della Festa della Fioritura.


Finora avevamo avuto la ferma convinzione che per la città l’affluire di gente fosse una benedizione, sia per la vitale attrazione di un centro delizioso come quello di Vignola, che per le attività economiche che vi sono insediate, le quali hanno occasione di dimostrare la capacità di fornire servizi commerciali e di somministrazione a chi in queste occasioni visita il nostro centro trovando anche valide ragioni per tornare.



Ascom Confcommercio e Confesercenti rimangono di questa opinione, convinte che giovedì 13 aprile, giorno di mercato e della Festa della Fioritura, anche se si verificherà qualche intasamento delle strade e la Polizia Urbana si troverà a gestire le inevitabili deviazioni del traffico, non dovrà essere pretesto per chiedere l’allontanamento del mercato dal centro.


Il mercato, secondo Ascom Confcommercio e Confesercenti deve rimanere dov’è. Questo nella convinzione che l’ “effetto città” sia dato dall’interesse che attrae i cittadini, dagli scambi che ne derivano e dalla possibilità di evitare che un centro storicamente sede di incontri, interessi, scambi commerciali, possa assumere le sembianze di un bel museo, ma asettico e privo di vita.



A parere di Ascom Confcommercio e Confesercenti, se il ruolo che si intende riservare al centro può comportare qualche temporaneo disagio, occorre riflettere sul modo di attenuarlo evitando pericolose fughe collocando le occasioni di aggregazione lontano dal centro. Queste proposte vanno considerate semplificazioni di problemi complessi, che manifestano il timore di non saper affrontare come tali la valorizzazione del patrimonio storico, della nostra millenaria cultura e del futuro della città in una concezione dinamica, ma rispettosa della propria storica natura.



Quando cadiamo vittime di simili tentazioni – concludono Ascom Confcommercio e Confesercenti – è il caso di fermarci a riflettere sul fatto che tutto questo vale il sacrificio di qualche intasamento e lo sforzo di ovviarvi senza buttare alle ortiche quel che finora si è costruito.
















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