Le città dell’Emilia Romagna sono una straordinaria concentrazione di opere d’arte che vanno conservate e valorizzate. Perciò, la Regione, in un contesto di risorse finanziarie calanti, conferma i propri investimenti per il recupero e il mantenimento architettonico degli edifici storico ed artistici.
La Giunta – in concomitanza con le giornate FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) del 25 e 26 marzo – ha approvato su proposta dell’assessore alla programmazione e sviluppo territoriale Luigi Gilli, l’avvio del nuovo programma in applicazione della legge regionale n.16 del 2002. I finanziamenti previsti ammonteranno a circa 5 milioni di euro per il biennio 2006 – 2007, mentre il bando, aperto ai Comuni, uscirà nei prossimi mesi.
Le nuove risorse e il nuovo programma consentiranno il recupero degli edifici di valore storico e artistico nelle nostre città, il sostegno all’architettura contemporanea, la promozione di concorsi di idee tra giovani artisti, ma anche la demolizione delle opere “incongrue” e interventi di tutela dell’architettura rurale e delle aree montane.
Numerose le novità, rispetto al precedente programma che ha permesso di finanziare nel trienno 2003-2005, 72 progetti per un totale di 6 milioni 500 mila euro.
In particolare, saranno stanziate risorse specifiche per il recupero dell’architettura rurale, dei borghi e degli edifici di interesse storico presenti in montagna. Sono previsti anche incentivi regionali per i Comuni che applicheranno la cosiddetta “legge del 2%” per la realizzazione di opere d’arte negli edifici pubblici, estendendo tale opportunità, rispetto alla legge statale, anche alla riqualificazione degli spazi pubblici. Per rilanciare quel connubio tra arte ed architettura che ha fatto dell’Italia un paese ricco di beni culturali.
Con la legge 16 del 2002, l’Emilia-Romagna è stata la prima Regione in Italia a puntare l’attenzione sull’architettura contemporanea come strumento di qualificazione dell’ambiente urbano, ma anche di contrasto al degrado e all’esclusione sociale, per rendere più belle e più vivibili le città. Non a caso la normativa dell’Emilia-Romagna è stata anche il modello di una proposta di legge quadro nazionale sulla qualità architettonica che tuttavia non è mai stata approvata. Ancora inapplicata, è anche un’altra legge nazionale, la n. 378 del 2003 per il recupero del patrimonio architettonico rurale.
Con questo programma dunque la Regione Emilia-Romagna interviene anche con l’obiettivo di colmare vuoti e ritardi a livello nazionale. Né va dimenticata la sostanziale disapplicazione, specialmente negli ultimi decenni, di un un’altra legge nazionale, una legge del governo De Gasperi del 1949. Questa legge conosciuta come legge del 2%, prevede che tutte le Amministrazioni pubbliche debbano destinare una quota, appunto del 2%, del totale di ogni appalto per la realizzazione di nuovi edifici, al finanziamento di un’opera d’arte per il loro abbellimento. La Regione Emilia-Romagna intende dunque rilanciare anche queste norme, prevedendo specifici incentivi per i Comuni che promuoveranno appositi concorsi di idee. Un comitato tecnico regionale verrà costituito proprio con l’obiettivo di sostenere anche le Amministrazioni più piccole, nelle realizzazione di tali adempimenti.