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Carpi: ‘Canti di pace. Dialoghi di pace’

Si apre oggi presso l’ex campo di concentramento di Fossoli, l’iniziativa “Canti di pace. Dialoghi di pace” promossa dalla Cgil, dallo Spi/Cgil e dalle associazioni Comitato Modena incontra Jenin,
Fondazione Fossoli, Nexus Emilia-Romagna, Tavolo progetto Ain Arik e Overseas, con il finanziamento della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e del Comune di Carpi.


L’iniziativa, che si propone di promuovere la cultura della pace e della cooperazione tra i popoli, intende sensibilizzare la comunità modenese
sulla situazione israelo-palestinese e sull’importanza di una risoluzione pacifica del conflitto secondo il principio “Due Popoli due Stati” nel rispetto dei diritti umani di tutte le parti in causa.

“Canti di pace. Dialoghi di pace” si articola in diverse proposte a cominciare dall’incontro con Bruno Segre, presidente dell’associazione
“Amici di Neve Shalom Wahat as-Salam” in Italia, questa mattina alle ore 10 presso la baracca recuperata dell’ex Campo di concentramento di Fossoli. Segre, storico e saggista, si è occupato di sociologia della cooperazione, di educazione rivolta agli adulti nell’ambito del movimento Comunità di Adriano Olivetti, è autore di saggi sulla cultura e storia degli ebrei, per oltre 10 anni ha fatto parte del consiglio del “Centro di Documentazione ebraica Contemporanea” di Milano.
L’incontro rivolto in particolare ai ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, è aperto al pubblico.

Nel pomeriggio, alle ore 16.30 sarà inaugurata, sempre presso il Campo di Fossoli, la mostra fotografica “Limes Limitis. Nuove e vecchie frontiere” di Giuseppe Lanzi, fotografo e cooperante dei Missionari Scalabriniani, che hanno realizzato questa mostra in occasione del
Centenario Scalabriniano per discutere sui temi della frontiera e della mobilità umana. La mostra è un racconto fotografico delle tante frontiere
che hanno segnato e segnano il nostro mondo: “dalla Grande Muraglia cinese, alla Frontiera tra Mozambico e Sud Africa, passando da diversi Paesi tra i quali Kosovo, Paraguay ed Egitto. Dai muri caduti come quelli di Berlino e di Gorizia, a nuovi muri come quello tra Israele e Palestina”.
Alle ore 17 si terrà una visita guidata con l’autore. La mostra rimane aperta sino al 25 aprile ed è visitabile tutte le domeniche dalle ore 10
alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30, oppure su prenotazione (tel.059.688272).

Martedì 11 aprile alle ore 21 prima nazionale dello spettacolo di Moni Ovadia & Arké String Project, “Kavanah” che propone un messaggio di pace attraverso la mescolanza tra tradizioni culturali, musicali e religiose differenti e dimostra che è possibile costruire modi di vita compatibili
con la valorizzazione della diversità. “Kavanàh”, che significa “partecipazione” al canto, raccoglie brani di differente ispirazione, partendo dagli inni sacri ebraici della sinagoga per arrivare a quelli di
tradizione tzigana. Voci lontane accomunate nell’esaltazione dell’amore per il divino, linguaggi differenti che si intrecciano nella medesima
partecipazione.
I posti nella baracca recuperata dell’ex Campo Fossoli sono limitati perciò è obbligatoria la prenotazione al concerto ai seguenti recapiti: tel.059.688272 e fax 059.688483, oppure tel. 059.326294-5).

















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