Il Consiglio comunale di Modena ha respinto con i voti contrari della maggioranza e il voto favorevole dell’opposizione un Ordine del Giorno presentato da Adolfo Morandi (Forza Italia) con cui si chiedeva di “prevedere l’abbattimento totale o quasi dell’aliquota Ici per tutti coloro che si iscriveranno in un albo dei proprietari di immobili che li destinano alla locazione calmierata secondo quanto previsto dai patti concordati”.
Secondo Morandi, “in questo modo aumenteranno le possibilità di incontro tra inquilini e proprietari, in quanto entrambi conseguiranno tangibili vantaggi. Il Comune sosterrà meno oneri in quanto non dovrà garantire il pagamento dei canoni con un fondo di garanzia e il rilascio immediato dell’immobile mediante lo sgombero forzato”.
La proposta di Morandi partiva dalla considerazione che da tempo è stata costituta a Modena l’Agenzia per la casa, che “stipulerà contratti di locazione di immobili da concedere in uso alle fasce sociali più deboli, con l’abbattimento dell’Ici a zero per coloro che stipulano i contratti a patti concordati con il Comune. In questo modo – ha spiegato Morandi – l’inquilino perde l’agevolazione che prevede per i redditi fino a 15.493 euro un contributo sulla dichiarazione dei redditi di 495 euro e verrebbero discriminati i proprietari che affittano direttamente con contratto calmierato a patti concordati”. Da qui, quindi, la proposta di aumentare il numero di alloggi affittati a canoni concordati attraverso la proposta sopra illustrata.
Nel corso del dibattito Danilo Bassoli (Ds) ha dichiarato di “non essere d’accordo con la proposta di Morandi. Sappiamo di che tipo di politica fiscale Modena si è dotata riguardo al tema della casa e dell’Ici, una politica che ha come obiettivo prioritario l’immissione delle seconde sfitte sul mercato, utilizzando in quest’ultimo periodo l’Agenzia Casa. L’articolazione che si è individuata prevede che nel caso di un proprietario di seconda casa sfitta venga applicato il massimo dell’Ici al 9 per mille. Se invece le seconde case vengono affittate a prezzi di mercato, cioè ad un valore alto, si va al sette per mille. Ai cittadini che hanno una seconda casa e la mettono sul mercato ad affitto calmierato, infine, abbiamo abbattuto tre anni fa al 2 per mille l’Ici. Ci sembra un segnale politicamente rilevante – ha commentato Bassoli – con un evidente tornaconto per l’affittuario. Ma c’è stato anche un ulteriore incentivo con l’ Agenzia casa. Infatti, chi affida l’immobile all’Agenzia, cioè al Comune, per un uso sociale, avrà l’Ici abbattuta a zero, con la garanzia che a scadenza del contratto l’immobile sarà ridato alle condizioni originali. Non capisco quindi perché portare a zero l’Ici per chi tiene per sé l’immobile, che lo dà a chi gli pare invece che darlo all’Agenzia Casa. E’ inopportuno dare il segnale che si da stesso senso alle due posizioni. Si devono invece premiare i cittadini proprietari di seconda casa che passano per l’Agenzia casa, atteggiamento che assume il valore sociale di una riposta al territorio”.
E’ quindi intervenuta l’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti che ha ribadito che l’Agenzia Casa “dà risposta abitativa a pensionati e lavoratori con incidenza molto alta del canone sul reddito familiare, portando l’aliquota a zero. In realtà, per evitare l’accusa di danno erariale, l’aliquota sarà fissata a 0,5 per mille, che sarà comunque rimborsata. Tengo poi a sottolineare la differenza tra patto concordato e Agenzia casa. Mentre nel primo uno decide chi metterci, nel secondo caso è il Comune a deciderlo, in base ai criteri dell’Agenzia. Non è il 2 per mille che mette in difficoltà i proprietari. I Patti concordati vanno rilanciati, ma non è il calo dell’Ici che lo agevola”.