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7 capoluoghi dell’Emilia R. ai veritici di ‘Ecosistema Bambino’

Sono sette i capoluoghi dell’Emilia Romagna ai vertici di ‘Ecosistema Bambino 2006‘, la graduatoria delle città nelle politiche a favore della
partecipazione degli under 14. Si tratta di Ravenna (al primo posto), Parma (terza), Ferrara (7a), Piacenza (10a), Reggio Emilia (14a), Forlì e
Modena (al 15o posto). Bologna riappare riemerge ma è solo 32a, appena sufficiente Rimini al settantaquattresimo posto.

La graduatoria stilata da Legambiente sulla base delle dichiarazioni dei vari comuni tiene conto
delle politiche di partecipazione e delle iniziativa che le amministrazioni locali hanno assunto per favorire la partecipazione dei più giovani alla
vita cittadina.

La Città di Ravenna ad esempio viene premiata in particolare per essersi dotata di una consulta dei ragazzi e delle ragazze, della consulta provinciale degli studenti e del consiglio dei ragazzi della terza
circoscrizione e per aver confermato la realizzazione di progetti di adozione del territorio (Piccoli passi raccontano il quartiere; Le strade
di San Zaccaria tra realtà, memoria, fantasia) e di azioni di progettazione partecipata come Po-style (i ragazzi sono partiti dalla conoscenza del territorio per progettare assieme ad esperti emblemi rappresentativi del Parco Delta del Po).

Le iniziative che hanno consentito alle città dell’Emilia Romagna di primeggiare in questa particolare graduatoria si inseriscono in una realtà
nazionale che vede iniziative per la Progettazione Partecipata (51%), gli incontri con il Sindaco (55%) e Consigli Comunali dei Ragazzi (47%) gli strumenti di partecipazione più utilizzati dalle amministrazioni per dar voce ai giovanissimi su bisogni e diritti. Nel campo dell’aggregazione e
dell’offerta culturale vanno per la maggiore laboratori (84%) e soggiorni estivi (73%) ma da segnalare c’è certamente la crescente organizzazione di rassegne di teatro per ragazzi (74%).

Sono dati in crescita che sottolineano come la voce infanzia sia ormai abitualmente nel bilancio delle amministrazioni e che devono farci guardare con ottimismo agli sviluppi futuri ma che oggi, tuttavia, non ci assicurano ancora un effettiva efficacia degli strumenti. Troppo spesso infatti “le cose dei più
piccoli” sono solo un vezzo politico di Sindaci e Assessori e non un vero strumento di interlocuzione con i giovanissimi e soprattutto di una
amministrazione della cosa pubblica che tenga conto di aspetti generali che interessano particolarmente i più giovani come come dimostrano i dati preoccupanti dell’inurbamento, della congestione, della disponibilità di aree verdi e l’impressionamente inquinamento da traffico di tutte le principali città della regione.
Incontri con i Sindaci e Consigli comunali dei ragazzi si rivelano spesso promesse non mantenute che creano solo cittadini disillusi dalle istituzioni. È forse tempo che l’educazione dei cittadini trovi i suoi spazi e i suoi tempi, più ampi e lunghi di quelli della politica ma che possono far crescere una comunità con radici più forti.

“Opportunità di partecipazione in un ambiente più sicuro e pulito sono i requisiti per consentire la formazione dell’identità sociale dei giovani – ha dichiarato il Direttore Generale di Legambiente Francesco Ferrante – ma l’obiettivo di consentire ai ragazzi di essere realmente partecipi della cosa pubblica è ancora lontano. Il nostro scopo non è dare premi e riconoscimenti ma creare confronto e dialogo affinché le cose dei più piccoli siano un progetto ampio e condiviso da tutti”.
















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