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Modena: doping, dibattito in Consiglio provinciale

La collocazione a Modena del Centro regionale antidoping è un riconoscimento per l’impegno delle istituzioni provinciali e un’opportunità per educare i giovani a uno sport pulito. E’ questo il punto di partenza condiviso da cui si è sviluppato il dibattito nel Consiglio provinciale straordinario sul doping che si è svolto martedì 22 novembre.


Francesco Rocco (Ds) ha sottolineato che “per sostenere questa sfida è però necessario implementare le risorse e sostenere le forze dell’ordine”, mentre Giorgio Barbieri (Lega nord) ha messo l’accento sulla necessità di una legislazione unica a livello europeo che sanzioni in modo pesante il traffico di sostanze dopanti. Secondo Barbieri, inoltre, “la complicità in molti casi viene dai tecnici, che non risulta siano mai stati radiati, anche se presi con le mani in pasta, e purtroppo anche dai genitori”. Tema ripreso da Luca Caselli (An) secondo il quale tra i primi responsabili del ricorso al doping dei giovani ci sono proprio i genitori, “per i quali bisogna vincere a ogni costo. Ma dietro al fenomeno doping, però, c’è anche una società che strizza l’occhio all’utilizzo di droghe leggere”

Secondo Antonella Orlandi (Forza Italia) “Regione e Provincia stanno svolgendo il loro ruolo nel fare opera di prevenzione soprattutto sui giovani, anche se così si colpisce solo il consumatore, l’ultimo anello della catena, mentre il problema è a monte”. Walter Telleri (Verdi) ha sostenuto che il Consiglio provinciale dovrebbe pronunciarsi contro la proposta “grave e irresponsabile del Governo di sospendere la legge del 2000 contro il doping per tutta la durata delle olimpiadi invernali di Torino”. Mentre Stefano Lugli (Rifondazione comunista) ha auspicato che lo sport “diventi sempre più mezzo di inclusione sociale”.

Concludendo il dibattito, il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha sottolineato che “si deve dar valore non solo a chi vince ma anche a chi arriva dopo. Le modalità che si mettono in campo per raggiungere il successo sono fondamentali e le società sportive ci devono aiutare attraverso la formazione degli allenatori. Questo – ha aggiunto Sabattini – deve rientrare nel tema più ampio della sicurezza della persona, un progetto articolato anche sul versante alimentare, a cui questa Provincia sta lavorando”.
















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