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Liquame e letame: sistema satellitare per monitorare spandimenti

Un sistema di rilevamento satellitare che riesce a monitorare dove, come e quando è stato effettuato lo spandimento dei liquami zootecnici, ma anche se è stato eseguito correttamente sia ai fini agricoli che per l’ambiente. La nuova tecnologia è in uso da due anni, in via sperimentale, in tre aziende agricole modenesi e i risultati di questa periodo di prova sono stati illustrati nel convegno che si è svolto oggi a Guiglia per iniziativa della Provincia di Modena dedicato a “Il cibo della terra: letame e liquame“.


Il progetto impiega tecnologie proprie della cosiddetta agricoltura di precisione. Il sistema, infatti, consiste nell’applicazione di apparecchiature sulle motrici e sui carri botte dei liquami che, attraverso la ricezione di segnali inviati dai satelliti, riescono a elaborare le coordinate geografiche del punto in cui si trovano e a realizzare una mappa dei percorsi effettuati per lo spandimento. Avere una traccia completa di tutte le operazioni è in primo luogo utile all’azienda per valorizzare al meglio l’impiego in agricoltura, ai fini della concimazione, delle deiezioni animali. Allo stesso tempo permette di verificare se gli spandimenti sono stati effettuati nel rispetto delle norme di tutela dell’ambiente. Finora il progetto, denominato Mosaico, ha avuto il sostegno della Provincia e in futuro dovrebbe essere esteso ad altre aziende agricole.

“Con questo progetto – spiega Graziano Poggioli, assessore provinciale all’Agricoltura – si vogliono fornire strumenti a costo il più possibile contenuto per consentire all’imprenditore agricolo di gestire al meglio l’impiego dei reflui zootecnici attraverso un dosaggio controllato, limitando situazioni di carenze o eccessi. L’agricoltore ha la possibilità di documentare con oggettiva certezza le condizioni del proprio lavoro in un contesto di certificazione della qualità sia a fini produttivi che ambientali”.

Il seminario di Guiglia ha permesso anche di illustrare le conoscenze acquisite in termini di valorizzazione agronomica dei reflui zootecnici e di aggiornare gli operatori del settore. “La capacità di gestire la sostanza organica per il mantenimento e l’arricchimento della fertilità dell’azienda agraria – sottolinea Poggioli – è un patrimonio e una risorsa importante per il mondo agricolo che non deve andare perduto. In uno scenario in continua evoluzione occorrono sempre nuove conoscenze e proposte che permettano un utilizzo “cosciente” di tale risorsa, al fine di evitare impatti negativi sull’ambiente e in primo luogo sulla qualità delle acque”.
















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