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L’Emilia Romagna protagonista dell’economia globale

Le imprese emiliano-romagnole sono protagoniste dell’internazionalizzazione non solo mediante le esportazioni, ma anche attraverso gli investimenti diretti esteri: tra il 2000 e il 2004 le partecipazioni all’estero censite dalla banca dati Reprint del Politecnico di Milano sono aumentate dell’11,1% passando da 1.734 a 1.927 (considerando sia le partecipazioni di controllo, sia le partecipazioni paritarie e minoritarie) facenti capo a 661 imprese.

A crescere è anche il grado di attrattività del territorio regionale che, diventando sempre più appetibile, ha attirato in quattro anni, il 16,6% in più di partecipazioni estere. Rispetto alla consistenza complessiva delle partecipazioni estere in Italia, il peso dell’Emilia-Romagna è pari all’8,1% in termini di imprese partecipate, al 6,6% dei dipendenti, al 5% del fatturato e del valore aggiunto: un risultato inferiore alla media nazionale che è pari all’11,8%.

A conferma della buona performance della regione all’estero, l’indagine, realizzata per conto di Ervet, Emilia-Romagna Valorizzazione Economica Territorio, osserva come per l’insieme dei settori considerati il grado di internazionalizzazione dell’Emilia-Romagna – pari al 21,4% – risulti superiore al dato nazionale (15,5%), sostanzialmente allineato a quello della Lombardia (22,3%) e inferiore solo a quello del Piemonte (34%).

Le 661 imprese emiliano-romagnole multinazionali – tra gruppi finanziario–industriali ed imprese autonome – occupano attraverso le partecipazioni estere 151.383 dipendenti e generano un fatturato pari a 24,2 miliardi di euro (dati 2003). Mentre le imprese con sede principale nella regione partecipate da imprese straniere sono 583 e occupano 61.719 dipendenti: nel 2003 hanno realizzato un fatturato di 17,8 miliardi di euro e il valore aggiunto da esse prodotto è stato pari a 3,6 miliardi di euro. In Emilia-Romagna, dunque, il bilancio tra partecipazioni estere in uscita e in entrata è positivo di 78 unitĂ .

Le partecipazioni estere delle imprese emiliano-romagnole si concentrano nell’industria manifatturiera e nel comparto a questa fortemente legato del commercio all’ingrosso (le attività estere in tale settore sono prevalentemente costituite da filiali commerciali di imprese di altri settori, soprattutto manifatturieri). Il comparto del commercio all’ingrosso raccoglie da solo quasi la metà delle imprese partecipate all’estero: 941 imprese (48,8% del totale), che occupano oltre 19mila dipendenti e nel 2003 hanno realizzato un fatturato complessivo di oltre 6,1 miliardi di euro. Nel comparto manifatturiero le imprese partecipate all’estero sono in tutto 767, con quasi 128.500 dipendenti e un fatturato di circa 17,4 miliardi di euro.
Il settore alimentare, con oltre 77.500 dipendenti in 264 imprese all’estero, incide da solo per oltre la metà dell’occupazione complessiva delle partecipate estere, per effetto soprattutto delle attività dei gruppi Barilla, Parmalat e Conserve Italia. Di rilievo assoluto anche le attività estere nel settore meccanico (circa 15.800 dipendenti), in quello dei prodotti dei minerali non metalliferi (circa 10mila dipendenti) e dei prodotti in metallo (5.500 dipendenti).

Le partecipazioni all’estero delle imprese dell’Emilia-Romagna interessano un totale di 92 paesi nei cinque continenti, ma si concentrano per il 71% in dieci paesi. Se si considera la ripartizione geografica dei dipendenti delle imprese partecipate, all’inizio del 2004 all’Unione Europea spetta una quota del 36,7%, contro il 6,8% dell’Europa orientale, il 7,5% degli altri paesi europei, il 14,1% del Nord America, il 18,2% dell’America Latina, il 6,9% dell’Asia e il 4,9% dell’Africa. Comparativamente alla media nazionale, la presenza all’estero delle imprese dell’Emilia-Romagna appare più consistente nelle Americhe, nell’Africa continentale e in Oceania, mentre risulta comparativamente più debole in Europa centro-orientale, nell’Africa settentrionale e in Asia.
















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