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Assopiastrelle: indagine, fatturato +2,98% ma non c’è ripresa

”Soddisfazione” per la
conferma della ”capacita’ di tenuta”, ma la ripresa non si vede nemmeno nelle previsioni 2005. Introdotti dal direttore generale Franco Vantaggi, il presidente uscente di Assopiastrelle Sergio Sassi e il suo successore Alfonso Panzani hanno passato ai raggi X tutti i dati di ”Piastrella Valley”, sulla base della 25/a Indagine Statistica Nazionale sull’Industria Italiana delle piastrelle di ceramica, presentata in occasione dell’assemblea dell’associazione.


Al 31 dicembre 2004 erano attive in Italia 228 imprese, 11 in meno rispetto all’anno precedente, con una occupazione di 29.817, in calo di 447 unita’ (-1,48%). L’attivita’ industriale avviene in 317 stabilimenti (-6 rispetto al 2003) dove sono attivi 721 forni (26 in meno rispetto a 12 mesi prima); nel corso del 2004 gli investimenti sono stati pari a 241,5 milioni di euro, pari al 4,51% del fatturato, in linea con quelli passati e con quelli progettati per l’anno in corso.


Lo scorso hanno sono stati prodotti 589,2 milioni di metri quadrati, con una flessione di 14 milioni pari al -2,36%. Le quantita’ vendute nel corso del 2004 sono risultate pari a 583,7 milioni di metri quadrati, con una lieve flessione pari allo 0,73%. In termini di mercati di destinazione, i 171 milioni di metri quadrati venduti in Italia (+0,52%) corrispondono al 29% del totale; i 412,5 milioni di metri quadrati esportati, in flessione dell’ -1,24%, danno origine dal 72% delle vendite.

Relativamente al fatturato, e’ stato rilevato come a fine 2004 l’industria italiana delle piastrelle di ceramica abbia raggiunto i 5.334,1 milioni di euro, in crescita del +2,98%. In termini di valori assoluti, il fatturato Italia e’ risultato pari a 1.487,8 milioni di euro (+3,15%), mente quello all’esportazione e’ stato pari a 3.856,3 milioni di euro (+2,91%).


Non sono positivi i segnali che emergono dall’analisi dei margini reddituali: molte imprese segnalano costi in aumento esponenziale: energia elettrica, gas, noli marittimi per l’arrivo di materie prime e logistica di distretto i fattori penalizzanti.
















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