Il personale degli uffici giudiziari del distretto della Corte d’Appello di Bologna è in grave difficoltà.
Carenze d’organico, mancata riqualificazione professionale, aumento delle competenze, tagli agli investimenti per formazione, strumenti tecnologici e sistemi informativi apportati dalle manovre finanziarie di questi ultimi anni, congiuntamente al blocco delle assunzioni, costituiscono un insieme di cause che rendono ormai da diversi anni veramente difficile lavorare in questo specifico settore della pubblica amministrazione.
Risalgono al 1999 le ultime assunzioni di personale a tempo indeterminato e le vacanze nei ruoli professionali maggiormente necessari per l’assistenza alla funzione giurisdizionale non sono state colmate a motivo di pesanti ritardi nell’attuazione del contratto integrativo del Ministero della Giustizia.
In tutto il territorio della regione, tra direttori di cancelleria, cancellieri, figure contabili e ausiliari, mancano coperture per 289 posizioni negli uffici giudicanti, 46,5 negli uffici requirenti, 96 negli Uffici NEP.
Le carenze complessive, tra gli oltre 90 uffici presenti nel distretto, si attestano su una media tendenziale del 20% , ed è in progressivo aumento il numero delle unità che per pensionamento o part time non vengono sostituite.
A fronte della denuncia di tale situazione, avanzata non solo dalle OO.SS., ma anche dal Procuratore Generale, che ha dato voce nelle sue relazioni inaugurali per l’anno giudiziario all’allarme lanciato dai Capi degli Uffici Giudiziari del distretto, gli organi centrali del Ministero rispondono da tempo relativizzando la portata delle carenze, prospettando soluzioni del tutto inadeguate come il ricorso a lavoro precario e le applicazioni di personale dalle sedi che sono meno carenti a quelle che lo sono di più.
Su questo quadro critico incombe la previsione contenuta nella finanziaria 2005, secondo la quale le dotazioni organiche, o vengono ridotte del 5% entro il 30 aprile del 2005 o sono fissate al dato del personale presente in servizio al 31/12/2004, producendosi per legge un taglio dell’organico che risponde solo ad esigenze di contenimento della spesa pubblica, negando le obiettive condizioni per una efficace funzionalità dei servizi per la giustizia.
Se poi si considera il notevole aggravio dei carichi di lavoro intervenuto negli ultimi anni a seguito dell’incremento della massa dei procedimenti, sia nel campo civile che penale, nonché per ristrutturazioni seguite all’applicazione di riforme quali il Dlgs. 51/98 sul giudice unico o il D.P.R. 115/02 in materia di spese di giustizia (per citarne alcune), appare illusorio , in simile contesto, qualsiasi progetto che persegua tentativi di riorganizzazione per il miglioramento dell’efficienza degli uffici.
Se questo è il dato di realtà con il quale devono misurarsi quotidianamente i lavoratori degli uffici giudiziari è evidente che si prospettino scenari di ulteriore e progressivo scadimento della qualità del lavoro e del servizio reso in questo delicato settore della pubblica amministrazione.