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Modena: in sei anni fotosegnalate 1436 persone

Era il 19 giugno 1999 quando entrò in servizio il gabinetto di polizia scientifica allestito al piano terra del comando della Polizia Municipale. La prima scheda segnaletica fu compilata per un cittadino nord africano sprovvisto di documenti, fermato durante un controllo stradale, e accompagnato negli uffici di viale Amendola per la fotosegnalazione e la rilevazione delle impronte digitali. Da allora ad oggi sono 1436 le persone “immortalate” con foto a colori del viso e del profilo dagli operatori della Polizia Municipale.

Fra questi il record man degli “alias”, un nomade croato, arrestato per resistenza, oltraggio e lesioni, che precedentemente in vari uffici di polizia dell’Emilia, Lombardia e Liguria aveva fornito 68 generalità diverse. “L’entrata in servizio di questo servizio, commenta Fabio Leonelli comandante della Polizia Municipale di Modena, ha tagliato di molto i tempi di lavori dei nostri agenti. Quando eravamo sprovvisti del gabinetto scientifico dovevamo avvalerci degli strumenti tecnici in dotazione alla Polizia di Stato con evidenti ritardi creati dagli spostamenti del fermato. Questa nostra autonomia ci regala tempo prezioso per proseguire l’attività di presidio del territorio. Un servizio importante, prosegue Leonelli, che è servizio a risolvere importanti e complicate indagini da parte di altre forze dell’ordine in Italia. Un’ impronta digitale scoperta sulla scena di un crimine e comparata con un’altra da noi rilevata ad un cittadino che era stato fermato per guida senza patente, ha consentito agli investigatori di dare un nome e un volto ad un pericoloso criminale”.
















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