Medici ospedalieri, anestesisti, dirigenti sanitari, veterinari, tecnici di laboratorio e amministrativi in sciopero anche in Emilia-Romagna venerdì per tutta la giornata. In totale circa 8000 professionisti. All’ultimo sciopero, nell’aprile del 2004, l’adesione fu superiore all’80%.
La giornata di lotta, che ha carattere nazionale per protestare contro il mancato rinnovo del contratto scaduto da 38 mesi (dicembre 2001), bloccherà tutte le attività in corsia, le visite specialistiche e le analisi diagnostiche in tutte le strutture pubbliche della regione. Sono garantite solo le urgenze e la continuità delle terapie oncologiche.
Si tratta di uno sciopero unitario a cui partecipano tutte le sigle sindacali del comparto, comprese quelle della Cgil e della Cisl medici. ”E’ un fatto scandaloso in un paese civile”, ha detto Carlo Lusenti, segretario regionale dell’Anaao (medici ospedalieri), l’organizzazione più rappresentativa del comparto, secondo il quale nel mancato rinnovo del contratto dopo così tanto tempo c’è anche ”il tentativo, indebolendo o rendendo più precaria la categoria, di rendere più debole l’intero servizio sanitario nazionale mettendo in difficoltà i professionisti che vi lavorano”.
Ma in Emilia-Romagna c’è un motivo ulteriore di protesta e riguarda il protocollo firmato il 14 febbraio fra la Regione e le università sul ruolo delle facoltà di medicina nel servizio sanitario regionale.
Venerdì saranno in sciopero anche i veterinari pubblici che hanno richieste specifiche come la rivalutazione dell’ indennità per il notturno, quella di pronta reperibilità e soprattutto chiedono che venga risolto l’annoso problema del mezzo di trasporto. Oggi i veterinari vanno a fare visite (macelli, mercati o altri luoghi dove si trattano animali) ed ispezioni con la propria macchina con tariffe di rimborso irrisorie. Per questo chiedono o un mezzo dell’ausl o l’applicazione delle tariffe Aci che sono molto più alte.
Altrimenti minacciano di non usare piu’ il proprio mezzo con il rischio di formare liste di attesa in un settore che finora non le ha avute.