“Se il contenuto di carbonio organico dei suoli italiani coltivati aumentasse ad un ritmo dell’1% all’anno (passando cioè da 70 a 70.7 tonnellate per ettaro in un anno) si sequestrerebbero, in un solo anno, 46.2 milioni di tonnellate di anidride carbonica atmosferica, pari al 10% delle emissioni di gas serra del nostro paese, ben al di sopra dal target previsto dal Protocollo di Kyoto”.
E’ quanto ha affermato Franco Miglietta, Dirigente di Ricerca dell’IBIMET-CNR (Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche) all’incontro promosso dalla Coldiretti “Meno Smog in città con l’energia verde in campagna” nel sottolineare che il target previsto dal Protocollo di Kyoto di circa 30 milioni di tonnellate ogni anno potrebbe paradossalmente essere raggiunto implementando politiche di sostegno di pratiche agricole efficaci, le cosiddette “best practices”, su poco più della metà del territorio agricolo italiano.
Per ottenere benefici ambientali dall’agricoltura – ha spiegato il ricercatore del Cnr – bisogna fare in modo che la materia organica e i residui agricoli si accumulino all’interno del terreno, favorendo così l’assorbimento di anidride carbonica. Le tecniche da adottare – ha precisato – vanno dalle colture intercalari, che consentono al suolo di rimanere sempre ‘protetto’ da uno strato di vegetazione, all’eliminazione delle arature favoriscono il contatto della materia organica con l’aria, per arrivare alla razionalizzare della fertilizzazione, oggi adoperata in eccesso, e alla migliore gestione dei residui, come le stoppie, che dovrebbero essere interrate. Ricerche svolte in molte parti del mondo, ed anche in Italia, hanno dimostrato – ha sostenuto Miglietta – che un’appropriata gestione del suolo agricolo basata su tecniche di lavorazione a basso impatto, sull’uso corretto di fertilizzanti ed ammendanti, sull’impiego di concimazioni organiche e su una gestione attenta dei residui colturali, può effettivamente causare un aumento significativo della sostanza organica di un suolo.
