“Abbiamo bisogno di dare avvio rapidamente all’istituzione di corsi universitari per la specializzazione degli insegnanti di sostegno”. Con queste parole l’assessore regionale alla Scuola e all’università Mariangela Bastico ha aperto l’incontro che si è svolto questa mattina tra parlamentari (hanno risposto all’invito Giovanna Grignaffini, Albertina Soliani, Daria Bonfietti e Titti De Simone), associazioni dei disabili (presenti Fand e Fish, le due federazioni delle associazioni dei disabili), Ufficio scolastico regionale, Facoltà di scienze della formazione dell’Università di Bologna e Regione.
“Attualmente – ha spiegato l’assessore Bastico – sono 1307 gli insegnanti di sostegno non specializzati. Mentre, rispetto all’anno scolastico precedente, c’è un leggero miglioramento dei docenti specializzati alle superiori che sono aumentati del 9%, c’è stato un ulteriore calo del 0,8% nella scuola d’infanzia e del 3,9 alle elementari. Questo dato è di assoluta gravità perché è proprio in questi due ordini di scuola che si concentrano le disabilità più gravi. Come Regione, siamo disponibili a un investimento su questi corsi, in modo da poter colmare il deficit di insegnanti specializzati. Assolutamente prioritaria è poi la stabilizzazione di queste figure all’interno delle scuole e in questo senso l’unica strada possibile è quella di costituire un organico funzionale nelle scuole”.
Nel corso dell’incontro Isabella Filippi, dell’Ufficio scolastico regionale, ha comunicato l’emanazione del decreto ministeriale che detta le disposizioni per la specializzazione degli insegnanti di sostegno che, in base ai criteri relativi alle assegnazioni, consentirebbero di formare 63 insegnanti per la scuola d’infanzia e 407 per le elementari (su un fabbisogno rispettivamente di 118 e 818). “Inoltre – come rilevato anche dalle parlamentari – nel decreto manca completamente qualsiasi riferimento ai finanziamenti”.
“Si prospetta dunque – ha detto Angelo Errani dell’Università – che gli insegnanti debbano comprarsi la specializzazione per garantirsi il posto di lavoro”. “Il decreto c’è – ha risposto Giovanni Pesce, della Fish – gli strumenti li abbiamo. Noi, come associazioni, siamo anche disposti a metterci risorse nostre per fare in modo che le famiglie non debbano più pagare i costi della mancanza degli insegnanti di sostegno”.
Al termine dell’incontro, i convenuti si sono accordati sulla necessità di elaborare un’intesa quadro per consentire una maggiore operatività di tutti i soggetti coinvolti e per utilizzare al meglio le risorse disponibili. Inoltre, le parlamentari si sono impegnate a fare pressioni sul governo perché siano attribuite alle Università le risorse necessarie alla creazione dei corsi di specializzazione.
“Apriremo subito un tavolo tecnico-istituzionale con l’Ufficio scolastico regionale, le Università e le Associazioni a livello regionale – da sviluppare ulteriormente sulla base di accordi locali – per vedere come procedere subito e concretamente: in tale contesto sono disponibile a valutare la possibilità di un contributo regionale”.