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Indagine congiunturale Confartigianato: prevale prudenza

Il primo semestre del 2005 si apre
con una sostanziale prudenza da parte delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole, e, nonostante l’ottimismo negli investimenti, non si vedono segnali di recupero prima del 2006.

E’ quanto emerge dalla terza indagine congiunturale sull’artigianato e la piccola impresa commissionata da Confartigianato Emilia-Romagna al Centro Studi Sintesi di Mestre, che ha coinvolto un campione di oltre 900 imprese della regione prendendo in considerazione i quattro settori piu’ importanti: produzione, edilizia, servizi alle imprese e servizi alla persona.
Il consuntivo del 2004 ha rilevato un rallentamento generale con un peggioramento del saldo della domanda (-1,5%) e del fatturato (-1,1%) in entrambi i semestri, anche se per il primo semestre del 2005 non si attendono contrazioni della domanda e c’e’ una certa stabilita’ nei volumi di fatturato, con un 70% di imprese che prevede di mantenere invariato il proprio giro di affari a fronte di un 17,8% che attende invece ridimensionamenti. Nel 2004 il saldo dei prezzi si e’ mantenuto elevato, con i maggiori rincari concentrati nella prima meta’ dell’anno e nessuna variazione prevista per il primo semestre 2005.

Per l’occupazione la situazione e’ positiva, con una crescita dello 0,9% ed una previsione di ulteriore aumento nel 2005 del 3,4%, a conferma delle caratteristiche di fidelizzazione dei dipendenti che contraddistingue la piccola impresa. Anche gli investimenti si mantengono in crescita (+17,3% nel secondo semestre 2004), e per il 2005 si prospetta una buona propensione ad investire, con il 14% delle imprese che ha programmato nuovi investimenti e un 12,3% che intende farlo se si delineano le condizioni favorevoli.
Le esportazioni, sebbene presentino per il 2004 un saldo d’opinione negativo, offrono indicazioni positive nelle variazioni percentuali (fatturato legato alle esportazioni +2,2%), che rimangono invariate nel primo semestre 2005.
La piccola impresa sembra reagire meglio del comparto artigiano alla situazione economica che ha caratterizzato la regione, non tanto per quanto riguarda domanda e fatturato, con saldi negativi in entrambi i casi, quanto nell’occupazione, che cresce dell’1,8%, e negli investimenti, in aumento del 20%.

Nei diversi settori economici la produzione e’ in ripresa, nella seconda meta’ del 2004. Gli andamenti migliori si hanno nei comparti della chimica, plastica, vetro e carta, nel metallo e nella meccanica, settori che evidenziano flessioni della domanda piu’ contenute e maggiori possibilita’ di esportazione.

Nella media l’alimentare e l’elettronica, mentre si conferma la crisi strutturale del tessile e dell’abbigliamento.
Il settore dell’edilizia, pur avendo risentito della saturazione del mercato, presenta un calo della domanda e del fatturato contenuti (-1,2% e -1,0%), con una dinamica occupazionale che continua ad essere positiva (+4,9%).
Ridimensionamento, anche se non significativo, per il settore dei servizi alle imprese, che presenta comunque buone previsioni per il 2005. Maglia nera per il settore dei servizi alla persona, che ha registrato le perdite maggiori (-2,6%) sia nella domanda che nel fatturato e presenta la piu’ alta riduzione negli investimenti (-7,2%).

Confartigianato mostra preoccupazione per i dati negativi dell’edilizia e soprattutto del turismo. Il settore storicamente ‘di punta’ dell’economia emiliano-romagnola andrebbe infatti valorizzato creando una rete, sul modello di cio’ che e’ stato fatto in Veneto, che valorizzi le diverse vocazioni turistiche della regione all’interno di un progetto organico e comprensivo di ogni provincia.
















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