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Immigrazione: maggioranza stagionali in agricoltura

“La maggioranza dei lavoratori neocomunitari ed extracomunitari stagionali che entrerà in Italia grazie ai decreti sui flussi pubblicati in Gazzetta ufficiale lavorerà in agricoltura dedicandosi nel nord principalmente alla raccolta della frutta e alla vendemmia, nel centro Italia maggiormente all’allevamento di mucche e pecore e nel mezzogiorno alle colture orticole ed industriali come il pomodoro”.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dell’ultima indagine Inea sulla presenza dei lavoratori stranieri in agricoltura dalla quale emerge che si tratta prevalentemente di giovani, di sesso maschile, provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale soprattutto Romania e Polonia, con un basso livello di istruzione, che operano in una logica di temporaneità. Se mediamente a livello nazionale oltre un lavoratore agricolo su dieci è immigrato esistono – sostiene la Coldiretti – forte differenze regionali sia nel tipo di occupazione che nel livello di presenza come conferma il fatto che nel Trentino Alto Adige sono immigrati oltre la metà degli occupati in agricoltura mentre in Sardegna solo 1,7%.

Se a livello nazionale la percentuale degli immigrati sul complesso degli occupati agricoli si attesta a circa l’11% nelle singole realtà regionali – precisa la Coldiretti – si passa da situazioni dove questo rapporto raggiunge valori compresi tra il 20 e il 10% (nell’ordine Valle d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Calabria), tra il 10 e il 5% (Abruzzo, Piemonte, Puglia, Umbria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia) e inferiori al 5% (Marche e Molise).

I dati confermano – continua la Coldiretti – che la presenza dei lavoratori immigrati in molte aree è divenuta una componente strutturale dei “distretti agricoli” come nel caso della raccolta delle fragole nel veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana e dell’allevamento in Lombardia. Sulla base dell’ultima indagine Inea la maggioranza dei circa 117.000 lavoratori extracomunitari impegnati nei campi si occupa – sostiene la Coldiretti – della raccolta della frutta e della vendemmia (42,4%), della preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco (32,1%) ma anche nell’attività di allevamento (12,8%).

Ma – conclude la Coldiretti – cresce la presenza dei lavoratori extracomunitari anche in attività innovative con circa 2000 persone impiegate nell’agriturismo (per lo più donne con un rapporto stagionale e dedite alla cura degli ambienti e alla ristorazione) e 7500 occupati nella trasformazione e vendita diretta dei prodotti agricoli.

















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