Tornano a riempirsi le culle in Emilia-Romagna. E torna a crescere la popolazione in quella che ormai da decenni era considerata una regione demograficamente “matura” e in progressivo invecchiamento.
La notizia arriva dal Servizio statistico regionale che proprio in questi giorni sta distribuendo a enti locali, operatori economici e associazioni di categoria il volume “Le previsioni demografiche “, che traccia il quadro da qui al 2023 dei futuri assetti della popolazione da Rimini a Piacenza, prefigurando scenari decisamente innovativi, anche rispetto a un recente passato.
Se nel 1997 il numero medio di figli per donna era di 0,94, nel 2002 questo era già salito a 1,25 e nel 2023 potrebbe arrivare a 1,55. Ciò significa che a questa data, per la prima volta dal 1975, in Emilia-Romagna il saldo naturale (cioè il rapporto tra nati e morti) conquisterebbe il segno positivo, assestandosi attorno a un +3.582. Tradotto in numero assoluti, sempre nel 2023 la popolazione emiliano-romagnola potrebbe toccare quota 5 milioni: ben 1 milione in più rispetto a oggi, nell’ipotesi definita dagli esperti “alta” e 4,5 milioni nella “bassa”. Un ruolo fondamentale in queste dinamiche lo sta giocando – ovviamente – l’immigrazione, che ormai da alcuni anni sta interessando a ritmi crescenti la nostra regione. Nell’ipotesi “alta” al 2023 il saldo migratorio positivo potrebbe sfiorare le 54 mila unità, nell’ipotesi “bassa” superare comunque le 35 mila.
La ripresa della natalità sta avendo e sempre più avrà ripercussioni importanti sulla composizione della popolazione. In particolare i giovani entro i 15 anni cresceranno nell’arco dei prossimi venti anni molto più della popolazione totale (41,2% contro il 23,3%), mentre al contrario l’indice di invecchiamento (ovvero la quota di ultrassessantacinquenni sul totale) dopo la crescita verificatasi nell’ultimo decennio, tenderebbe progressivamente a calare.
Nuovi equilibri demografici dunque, nuove opportunità per il sistema regionale, ma anche nuove responsabilità per chi ha compiti di governo. Come ha sottolineato il Vice Presidente della Regione Flavio Delbono: “Una società che ha “affidato” il rinnovo della propria popolazione e il sostegno della propria economia a cittadini di altre regioni e di altri paesi è certamente consapevole delle grandi “opportunità” che ha di fronte, ma anche degli impegni che dovrà affrontare.
La Regione Emilia-Romagna, attraverso politiche mirate e coerenti, ha contribuito a creare quelle condizioni che consentono ad una pluralità di soggetti istituzionali ed associativi, di avere una visione positiva sulle capacità della società emiliano-romagnola di sostenere un tale modello di sviluppo.”