Giornata davvero particolare, quella di domenica 16 gennaio, per il teatro Astoria di Fiorano Modenese. Alle ore 16 s’inaugura la mostra ‘Emilia balla’ (Elytra edizioni), mentre alle 18.30 prende il via “Wine & Book”: Francesco Genitori presenta il romanzo ‘Il tempo forse’ (Aliberti Editore) e a
seguire, alle 19.30, viene proposta una degustazione di vini locali e nazionali a cura di Giovanni Masini. Alle 21 liscio strumentale con ‘I Violini di Santa Vittoria & Banda Improvvisa’: 60 musicisti sul palco per un’esperienza sonora del tutto unica.
‘I Violini di Santa Vittoria’ (Santa Vittoria comune di Gualtieri – Reggio Emilia) si sviluppa dalla metà dell’800 una pratica musicale originale: la musica da
ballo di questa zona è caratterizzata dall’uso dei soli strumenti ad arco. Il Concerto di violini, questo era il nome originario di queste formazioni,
viene riproposto nella forma più originale: il quintetto d’archi. L’ensemble, fondato nel 1999 dopo un lungo lavoro di ricerca etnomusicologica, è composto da tre violini, una viola ed un contrabbasso, caratteristica precipua degli organici sanvittoriesi dalla sonorità unica ed inusuale.
La musica che viene eseguita è tutta originale ed inedita: tra sonorità classiche e popolari (valzer, mazurke, polche…) ha sedotto Massimo Ranieri che ha chiamato “I Violini” per il suo CD, uscito nel settembre 2001.
‘Banda Improvvisa’. Il cuore del progetto di Banda Improvvisa è la musica composta da Orio
Odori, espressione di una profonda conoscenza della tradizione bandistica e della convinzione di confrontarsi con esperienze nuove (non ultima quella fatta proprio da Harmonia Ensemble con la fanfara zigana macedone Kocani
Orkestar). L’altro aspetto fondante del progetto è il voler mettere a confronto la vitalità delle bande con una serie di musicisti di alto livello nazionale e
internazionale, provenienti da ambiti musicali diversi, dal jazz alla musica classica, dalla musica etnica al rock d’avanguardia. E’ l’incontro fra sano spirito associativo e professionalità. E’ la testimonianza di un mondo ricco di passione e spontaneità, capacità aggregative e
disinteressata passione.
‘Il tempo forse’ (romanzo, Aliberti Editore).
Una donna, Grandmère, troppo anziana per continuare la vita di contadina in
montagna con un figlio, Oncle, difficile e aggressivo, è condotta a vivere
in città. ‘Il tempo forse’ di Francesco Genitoni è la rappresentazione in maschera della loro storia, raccontata dal nipote. Il paesaggio, che è quello
dell’Appennino reggiano, e la protagonista, che è una vecchia posta di fronte a una scelta obbligata, portano questo romanzo a raccogliere, dopo
più di mezzo secolo, il testimone di un capolavoro di rara intensità emotiva, come ‘Casa d’altri’ di Silvio D’Arzo. L’ineluttabilità della tragedia esistenziale di D’Arzo, però, trova altro compimento: non sono più tempi per il mito, e la narrazione prende anche i toni della farsa: per
Grandmère la televisione è ‘una cassetta’, dalla quale Pippo Baudo s’affaccia per confessarle il suo amore; il termosifone è utile perché ci si aggancia bene il bastone. L’agrodolce del grottesco caratterizza anche Oncle, il co-protagonista di questa storia, il quale continua a vivere nella casa di sempre facendo il contadino: è un innocente, ‘imparentato’ ai matti dei romanzi e dei film di Zavattini, che somatizzano l’assurdo della
vita e il caos del mondo.
Per informazioni e prenotazioni relative allo spettacolo serale ci si può rivolgere all’Urp: tel.0536/833239.