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Uova che passione: ogni italiano ne mangia 218 l’anno

Fa bene alla salute e al portafoglio: per questo l’uovo, alimento a lungo vittima di molti pregiudizi, piace agli italiani che nel 2003 ne hanno consumate 218 a testa, ad un costo medio di 0,21 euro, il 50% in meno di quanto, in proporzione, lo pagavano i nostri nonni.


E’ quanto afferma l’Una (Unione Nazionale dell’Avicoltura), nel corso di una tavola rotonda organizzata per promuovere la campagna ”Sono rintracciabile a questo numero”, firmata insieme alla Commissione Europea e all’Agea, e che punta ad aiutare i consumatori a capire cosa significa il codice sul guscio. Un sito web, battezzato oggi, ed un depliant, che verrà distribuito a fine mese presso alcune catene della grande distribuzione, sono gli strumenti attraverso i quali si potrà diventare dei consumatori più consapevoli.

Dietro solo alla Francia (904 mila tonnellate), l’Italia in Europa è al secondo posto fra i Paesi produttori di uova, seguita da Germania (780 mila) e Spagna (756 mila): l’anno scorso ne sono state prodotte 12 miliardi e 837 milioni, pari a 808 mila tonnellate, per un fatturato di 1 miliardo 350 milioni di euro. Dieci miliardi provengono dagli allevamenti in batteria, pari al 96,4% del totale, 250 milioni da quelli a terra (2,4%), 70 milioni da quelli biologici(0,7%) e 50 milioni da quelli all’aperto (0,5%), mentre 2 miliardi e 432 milioni provengono dagli allevamenti con meno di 350 capi, quasi totalmente destinati all’autoconsumo. Numeri che non solo rendono il Bel Paese autonomo sul fronte dell’offerta, con una percentuale di autoapprovigionamento del 101,6%, ma che fanno si’ che il saldo export/import sia positivo (+201 milioni di uova).

E’ in famiglia che si consuma il maggior numero di uova, con una media di 140 a testa, mentre attraverso pasta, dolci, creme ed altre preparazioni alimentari vengono mangiate le altre 78. La frittata è in cima alle preferenze (46%), alla cipolla per i maschi e alle zucchine per le signore, meglio quella di patate, invece, per i giovani del Sud. Anche l’uovo al tegamino ha i suoi fan, con il 27% di preferenze, seguito da quello sodo (11%), mentre il 9% lo preferisce alla coque.

Ma non è solo il gusto il segreto del successo di questo alimento. Le uova, infatti, sono anche la proteina nobile più a buon mercato all’epoca dell’euro, di cui non hanno risentito l’entrata in vigore: negli ultimi quattro anni il prezzo all’ingrosso è aumentato solo del 3,1%, passando da 0,0721 a 0,0744, con un incremento di 0,23 centesimi, mentre i prezzi al consumo sono cresciuti meno dell’inflazione, con un aumento del 9,2% nei primi sette mesi del 2004 rispetto al 2001 e contro il + 9,3% registrato dalla carne bovina e dal latte e, rispettivamente, il + 23% messo a segno dalla frutta fresca e la crescita del 23,8% del costo degli ortaggi.

Nessuna preoccupazione, poi, per la salute e per la linea. Un uovo dal peso medio di 55 grammi fornisce 70 Kcal ma al contempo rappresenta una fonte ricca di nutrienti. Buona la dose di vitamine, soprattutto la A (2 uova coprono circa un quarto del fabbisogno giornaliero) e alcune della B (B1, B2, B12, PP) ma anche vitamine E, e bene anche il contenuto di proteine, che vantano il più alto valore biologico fra quelle alimentari, vale a dire il miglior rapporto tra azoto trattenuto e azoto assorbito, pari a 94, contro il 76 del pesce, il 73 della carne bovina ed il 58 dei fagioli. Calcio, ferro, e quantità significative di luteina e zeaxantina sono fra gli altri componenti che fanno dell’uovo un alimento prezioso. Proprio le ultime due sono importanti per il ruolo ”che possono svolgere – afferma il professor Marcello Ticca, libero docente e specialista in Scienza dell’alimentazione – nella prevenzione di una malattia oculare, la degenerazione della macula”.

Spazzati via, infine, anche i pregiudizi legati al colesterolo, che negli ultimi anni è sceso dell’8%, e quelli che descrivevano le uova come un ‘mattone’ per lo stomaco: l’indice di digeribilità delle proteine dei diversi alimenti attribuisce all’uovo un valore medio di 97, poco di più di quello del pollo (96) e della carne bovina (94).
















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