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Smog: Italia imputata per la qualità dell’aria

Commissione europea sempre più severa contro l’inquinamento atmosferico. A farne le spese 9 Paesi, tra cui l’Italia, colpevoli di inadempienza della normativa comunitaria in tema di qualità dell’aria. Sul banco degli accusati insieme all’Italia, Belgio, Grecia, Portogallo, Paesi Bassi, Germania, Lussemburgo, Austria e Spagna, per non avere
recepito nell’ordinamento nazionale entro i termini prescritti 7 diversi atti normativi comunitari diretti a prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico sulla salute pubblica e sull’ambiente.


L’Italia è sotto accusa per non avere adottate antro il termine fissato, le misure previste in ottemperanza alla direttiva sull’incenerimento dei rifiuti che mira a prevenire o limitare gli effetti negativi dell’incenerimento o del coincenerimento dei rifiuti sull’ambiente e a limitare i conseguenti rischi per la salute umana, stabilendo requisiti
operativi e tecnici restrittivi e fissando valori limite di emissione per gli impianti.
Il termine per il recepimento della direttiva negli
ordinamenti nazionali è infatti scaduto il 28 dicembre 2002 e il nostro Paese (come pure Belgio, Grecia e Portogallo) non ha ancora adottato le relative disposizioni nazionali di attuazione.

Un’altra procedura di infrazione è stata avviata nei
confronti dell’Italia per quanto riguarda l’applicazione della Direttiva quadro in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente che prevede l’adozione di successive
disposizioni per la fissazione dei limiti di emissione di specifici inquinanti atmosferici. Gli Stati membri sono stati obbligati a fissare i valori limite per il biossido di zolfo (anidride solforosa), il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e a trasmettere alla Commissione informazioni e relazioni specifiche entro termini ben precisi, e
in particolare i dati relativi ai livelli di inquinamento
superiori ai valori limiti stabiliti e ai margini di tolleranza accettati, le date o i periodi in cui tali livelli sono stati osservati e le cause, comunicando annualmente alla UE l’elenco delle zone e degli agglomerati interessati dai fenomeni inquinanti.

L’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia per avere inviato alla Commissione i dati relativi al 2001, incompleti e limitati solo ad alcune regioni e non all’intero territorio nazionale. L’Italia inoltre è inadempiente nell’adozione dei limiti nazionali di emissione per l’anidride solforosa, gli ossidi d’azoto, i composti organici volatili e l’ammoniaca, il cui rispetto fissato entro il 2010 è necessario per conseguire gli obiettivi stabiliti a livello europeo e internazionale.

Ma non basta.
Il nostro Paese, insieme a Belgio, Paesi Bassi, Austria, Grecia e Spagna, si sarebbe meritato un altro deferimento alla Corte di Giustizia per non avere ancora dato completa attuazione
nell’ordinamento nazionale entro il 27 novembre 2002 alla direttiva sui grandi impianti di combustione che stabilisce severi limiti di emissione per l’anidride solforosa e l’ossido
di azoto. E accuse all’Italia anche su un altro fronte, quello della normativa per la protezione dello strato di ozono. La Commissione ha deciso di deferire il nostro Paese alla Corte di Giustizia per aver consentito l’uso degli europeo.
Il contenzioso va avanti da anni: il nostro Paese infatti ha motivato la licenza per lþutilizzo di queste particolari sostanze, come alternativa agli halon largamente impiegati in tutta Europa, ma il cui impatto sull’ozono e il cui potere di riscaldamento globale sono superiori.
















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