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Via a piano risanamento per ripetitori radio-tv

Sono 16 le aree dove sono presenti ripetitori radio e tv che devono essere trasferiti perché superano i limiti di emissione e si trovano in zone non idonee (in particolare vicino ad abitazioni). Questi impianti traslocheranno in tempi brevi in 11 aree individuate dal piano provinciale, presentato oggi, lunedì 13 ottobre ai sindaci modenesi e che sarà discusso dal Consiglio provinciale entro il mese ottobre.


Con questo provvedimento arrivano a soluzione diverse situazioni che avevano preoccupato seriamente numerosi cittadini, soprattutto in Appennino e in particolare a Serramazzoni, dove in pochi anni si sono moltiplicati i ripetitori, praticamente di tutte le principali emittenti radio e tv nazionali e spesso con livelli di emissioni superiori ai limiti di legge.

“L’obiettivo – afferma Maurizio Maletti, assessore alla Programmazione della Provincia di Modena – è la salvaguardia della salute dei cittadini prevedendo il risanamento di tutti i siti con superamenti dei limiti di campo elettromagnetico. Riduciamo, inoltre, l’impatto paesaggistico dei tralicci, in particolare sul Cimone. Queste scelte sono state costruite con i Comuni”.

Sono possibili nuove osservazioni e richieste di modifica da presentare alla Provincia entro 60 giorni. Il piano stabilisce, inoltre, che le aree in cui è possibile installare gli impianti devono essere ad una distanza superiore ai 200 metri da strutture sanitarie, assistenziali e scuole e a oltre 300 metri dalle “zone urbanizzate e urbanizzabili”.

Le aree da risanare si trovano in nove comuni: Serramazzoni, Guiglia e Pavullo, l’area del Cimone con impianti nei comuni di Montecreto, Riolunato e Sestola. ma anche Modena, Fiorano e Marano.

Il piano indica anche 11 siti la cui situazione appare meno grave (non presentano superamenti dei limiti) ma che sono comunque da trasferire in una nuova area definita entro un anno dai Comuni; altri 9 siti possono rimanere ma solo temporaneamente: anche per questi i Comuni dovranno individuare le nuove collocazioni, ma per questi c’è tempo tre anni.

Ai 16 siti da delocalizzare immediatamente, ne seguiranno con il tempo altri sei; poi cinque saranno risanati in aree limitrofe; quattro rimanendo nella stessa zona, 12 possono rimanere ma solo temporaneamente.
Quelli confermati, quindi senza problemi, sono 38.
















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