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DL semplificazione: Coldiretti Emilia Romagna, bene per 20 mila aziende ortofrutta

PiĆ¹ garanzie per i circa 20 mila produttori di ortofrutta emiliano romagnola destinata alla trasformazione in succhi e ortaggi in scatola e anche per le aziende che fanno zucchero e per gli imprenditori che in Emilia Romagna allevano animali le cui carni sono destinati alla trasformazione in salumi e insaccati che non siano a denominazione dā€™origine. CosƬ Coldiretti Emilia Romagna commenta il decreto legge ā€œSemplificazioneā€ che contiene la norma con lā€™obbligo di indicare in etichetta lā€™origine di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale e consentire scelte di acquisto consapevoli ai consumatori contro gli inganni dei prodotti stranieri spacciati per made in Italy. Si tratta di un provvedimento che, siamo certi ā€“ aggiunge Coldiretti Emilia Romagna ā€“ troverĆ  nellā€™iter parlamentare un sostegno bipartisan per una norma a costo zero a difesa dellā€™interesse nazionale e a tutela della salute dei cittadini, del territorio, dellā€™economia e dellā€™occupazione

La norma ā€“ sottolinea Coldiretti Emilia Romagna ā€“ estende a tutti i prodotti alimentari lā€™etichettatura obbligatoria del luogo di provenienza geografica degli alimenti. In questo modo diventeranno ā€œtrasparentiā€ anche tutti quei prodotti per i quali oggi non ĆØ prevista lā€™etichettatura obbligatoria dellā€™origine della materia agricola, come i succhi di frutta, le marmellate, i piselli e i fagioli in scatola, le verdure in busta, ma anche alimenti come i salumi che non sono ricompresi nelle Dop e Ig, il pane e lo zucchero italiano prodotto da 7.000 aziende agricole tra Emilia e Veneto e lavorato dalla cooperativa tricolore Coprob-ItaliaZuccheri, che ha due stabilimenti di trasformazione a Minerbio (Bologna) e Pontelongo (Padova).

Lā€™obiettivo del decreto, oltre a dare al consumatore la possibilitĆ  di conoscere lā€™origine di ciĆ² che porta in tavola ā€“ afferma Coldiretti Emilia Romagna ā€“ ĆØ anche quello di difendere lā€™efficacia in sede europea dei decreti nazionali giĆ  adottati in via sperimentale in materia di etichettatura di origine di pasta, riso e pomodoro.

Lā€™obbligo di indicare lā€™origine ĆØ una battaglia storica della Coldiretti che, con la raccolta di milioni di firme, ha portato lā€™Italia allā€™avanguardia in Europa. Si tratta di una misura importante anche di fronte al ripetersi di scandali alimentari nellā€™Unione Europea dove si sono verificati nel 2018 quasi dieci allarmi sul cibo al giorno che mettono in pericolo la salute dei cittadini e alimentano psicosi nei consumi per le difficoltĆ  di confinare rapidamente lā€™emergenza. Le maggiori preoccupazioni ā€“ precisa Coldiretti ā€“ sono proprio determinate dalla difficoltĆ  di rintracciare rapidamente i prodotti a rischio per toglierli dal commercio con un calo di fiducia che provoca il taglio generalizzato dei consumi che spesso ha messo in difficoltĆ  ingiustamente interi comparti economici, con la perdita di posti di lavoro. Lā€™esperienza di questi anni dimostra lā€™importanza di una informazione corretta con lā€™obbligo di indicare in etichetta lā€™origine nazionale dei prodotti che va esteso a tutti gli alimenti. Secondo una ricerca di Beuc (lā€™organizzazione europea dei consumatori) il 70% dei cittadini europei (82% in Italia) vuole conoscere da dove viene il cibo sulle loro tavole, che diventa 90% nei casi di derivati del latte e della carne.
















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