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La formazione come strumento fondamentale per il contrasto alle molestie e alle violenze nei luoghi di lavoro

Si caratterizza per la promozione della formazione a lavoratori e responsabili aziendali su prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne nei luoghi di lavoro, l’iniziativa di Cgil Cisl Uil, dei Coordinamenti femminili dei sindacati e del Comitato Imprenditoria Femminile in occasione della giornata mondiale del 25 novembre contro le violenze alle donne.

L’iniziativa si svolgerà lunedì 26 novembre alle ore 15 presso la Camera di Commercio di Modena (via Ganaceto, 134), e prevede interventi di Eugenia Bergamaschi presidente del Comitato Imprenditoria Femminile, Giuseppina Morolli segretaria confederale Unione Regionale/Uil Emilia Romagna,  Giovanna Zanolini Gruppo Donne e Giustizia, Malgara Cappelli segreteria Fisascat/Cisl Emilia Romagna, Tamara Calzolari segreteria Cgil Modena e Irene Guadagnini assessora Pari Opportunità Comune di Modena.

Dopo la firma nel 2016 del Protocollo contro le molestie nei luoghi di lavoro, e dopo le prime iniziative per far emergere i casi di molestie/violenza con questionari anonimi nelle aziende, quest’anno i sindacati e le rappresentanze imprenditoriali vogliono realizzare gli obiettivi del Protocollo attraverso una formazione nelle aziende su violenza e molestie con l’obbiettivo di favorire l’emersione di tali fenomeni, ma soprattutto per creare le condizioni in azienda per accogliere le denunce.
Ad esempio, molti lavoratori e lavoratrici hanno evidenziato nei questionari come anche di fronte a rimostranze o denunce inoltrate ai propri responsabili, ci sia la tendenza a minimizzare questi episodi, mentre sarebbe importante affrontare questi segnali prima che si trasformino in fenomeni più gravi.

Diverse aziende modenesi, anche importanti come Panini Spa, hanno già dichiarato la disponibilità a far svolgere alcune ore di formazione rivolte ai dipendenti e ai responsabili dei reparti per migliorare le relazioni di lavoro tra i dipendenti. “Spesso rimuovere comportamenti molesti/violenti – affermano i rappresentanti Cgil-Cisl-Uil e il Comitato dell’Imprenditoria Femminile –  diventa fondamentale per migliorare le condizioni di lavoro e di salute dei lavoratori stessi, e di conseguenza il loro benessere e la loro produttività”.

Sono un milione e 173 mila le donne che hanno subito molestie o ricatti sul posto di lavoro durante la loro vita lavorativa, pari all’8,5% delle lavoratrici, nonostante l’obbligo da parte dei datori di lavoro di tutelare l’integrità fisica e morale delle/dei dipendenti. Ma solo lo 0,7% delle donne ha denunciato, per paura di perdere il lavoro e la vergogna di essere giudicate dalla società e dai familiari, per mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine, o perché pensano che sia meglio trovare soluzioni individuali. In tante preferiscono lasciare il lavoro o rinunciare alla carriera.
Quella che avviene nei luoghi di lavoro è la forma di violenza in assoluto meno denunciata.

Anche a Modena, ci sono aziende in cui quasi il 40% dei lavoratori che hanno compilato i questionari, hanno denunciato una qualche forma di discriminazione o di violenza, e non solo le lavoratrici, ma anche gli uomini hanno evidenziato di aver subito comportamenti molesti, spesso di natura psicologica.

L’iniziativa di Sindacati e Comitato imprenditoria Femminile rientra tra le azioni attuative della normativa regionale sul Piano antiviolenza nei confronti delle donne, che assegna un ruolo particolarmente attivo alle organizzazioni sindacali e alle associazioni imprenditoriali nel contrasto al fenomeno delle molestie nei luoghi di lavoro. Ciò è previsto, tra gli altri, anche nei Piani sociali di Zona che assegnano un ruolo importante alla formazione degli operatori nei luoghi di lavoro per migliorare l’accoglienza/ascolto delle donne vittime di violenza.

Sindacati e Imprese firmatari del Protocollo, sono inoltre impegnanti a sostenere le vittime di violenza subita anche fuori dai luoghi di lavoro, attraverso i congedi retribuiti previsti dalla normativa sul Jobs Act, l’invio a  strutture accreditate attraverso la procedura del Piano regionale contro la violenza di genere, il re-inserimento lavorativo per favorirne l’autonomia economica.
















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