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14 ottobre, commemorazione Eccidio partigiani sassolesi a Manno di Toano

Nella cornice dei colori dell’autunno sull’Appennino modenese, nella frazione di Manno di Toano, come ogni anno, le Amministrazioni Comunali di Sassuolo, Toano, Villa Minozzo, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Comitato comunale di Sassuolo, il Circolo “Alete Pagliani”, il Corpo Bandistico “La Beneficenza”  rinnovano alla memoria della cittadinanza nel Settantaquattresimo anniversario del tragico evento, l’eccidio di Manno di Toano nel quale rimasero uccisi i partigiani  sassolesi Walter Zironi (24 anni), Luigi Cervi (18 anni), Nino Fantuzzi (20 anni), Enrico Gambarelli (24 anni), Walter Gandini (20 anni), Alete Pagliani (22 anni), Vittorio Roversi (19 anni), Franco Spezzani (18 anni), Vincenzo Valla (34 anni) , Mario Veroni (24 anni), e Clodoveo Galli (43anni) di Gorizia.

 

Era il mese di ottobre 1944, il mese che Gorrieri chiama “di illusioni ed errori”.

Agli inizi di ottobre l’offensiva alleata contro la Linea Gotica, anche se rallentata dalle piogge, non si è ancora arrestata, anzi, la liberazione di Bologna sembra essere questione di giorni: il 14 viene conquistata Liverganano, sulla statale della Futa, e il 24 il fronte si ferma (ma vi resterà fino alla primavera  1945), su Monte Belmonte, a soli 13 chilometri da Bologna.

I rastrellamenti nazisti e fascisti finalizzati a  tenere sgombre le retrovie della Linea Gotica in caso di una imminente ritirata, (operazioni che  interessarono la Via Emilia, le statali della Cisa, la Via Giardini e la Statale 63), iniziati il 6 ottobre in Val d’Enza contro i patrioti parmensi della 47ª Garibaldi e i reggiani della 26 ª Bis, furono estesi  poi nella notte fra l’11 e il 12 ottobre  contro la 26 ª Garibaldi (forzando i passaggi sul Secchia alla Gatta) e verso la zona di Cavola, controllata in quel momento da distaccamenti modenesi della Brigata “Bigi”.

Si legge nel bollettino del Comando Unico Militare dell’Emilia Romagna che i nazisti e fascisti erano circa 2000 uomini, divisi in cinque colonne, che assalirono lo schieramento dei modenesi nella zona di Toano, la notte fra l’11 e il 12 ottobre 1944.

Una pattuglia partigiana, presso il Ponte di Cavola, aprì il fuoco dando l’allarme e salvando il grosso della Brigata che si spostò verso Quara.

La 5 ª colonna degli aggressori, attraversato il Secchia al mulino di Corneto, utilizzando spie fasciste, forse anche sassolesi,  che ben conoscevano la zona, si infiltra nei dintorni di Casa Gatti, sede del distaccamento “ Bertoni”, accerchiandolo. La sentinella Zironi fu il primo a cadere. Durante un breve combattimento tre occupanti la casa, Vittorio Schianchi, Bruno Cavoli e l’aviere americano William D.Wiley (puntatore di un bombardiere precipitato il 28 maggio 1944 nei dintorni di Frassinedolo)  riuscirono a fuggire. Ma gli altri  giovani partigiani , per inesperienza, decisero di arrendersi: almeno 4 di loro furono fucilati immediatamente, mentre altri sei, condotti a Villa Ghirardini di Manno, furono torturati e impiccati ad alcuni alberi con filo di ferro.

Il tenente William D.Wiley, di Columbia, South Carolina,  ha rilasciato al Military Intelligence  Service una diretta testimonianza dell’eccidio, essendone stato testimone oculare, nascosto all’interno della casa in fiamme. Pur nella confusione dei nomi di luogo, è evidente che si tratti dell’eccidio di Manno.

Nell’occasione verrà anche  deposta una corona alla memoria dello studente partigiano sassolese diciottenne Stefano “Nino”Piccinini, caduto in combattimento il 23 giugno 1944 al Ponte del Carnione, episodio in cui fu fatto prigioniero il partigiano Giorgio “Geppo” Fontana, poi fucilato al muro dello Stadio comunale di Sassuolo.

 
















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