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Inaugura a Modena il Centro di accoglienza “Papa Francesco”, realizzato dalla Caritas diocesana grazie al fondo 8xmille

Un nuovo Centro di accoglienza nel cuore della città. Domenica 17 giugno, in via dei Servi 18, verrà inaugurato alle 17 il Centro di accoglienza “Papa Francesco” della Caritas diocesana alla presenza dell’arcivescovo di Modena-Nonantola Erio Castellucci. Finanziato dal fondo 8xmille Italia della CEI all’interno del progetto triennale “Legami che liberano”, il Centro di accoglienza è un’opera-segno per la città di Modena e vuole rispondere al disagio abitativo di uomini, italiani o stranieri, che vivono la condizione di senza dimora e che sono entrati in una condizione di fragilità da poco tempo e dispongono di risorse tali da ricercare un luogo che favorisca l’autonomia e la responsabilità.

“Il Centro di Accoglienza “Papa Francesco” – spiega Federico Valenzano, vicedirettore della Caritas diocesana e responsabile del progetto – è l’opera-segno principale del progetto triennale “Legami che Liberano” della Caritas diocesana modenese che il fondo 8×1000 Italia CEI ha cofinanziato. Un’opera-segno è sempre un’iniziativa della comunità ecclesiale che cerca di raccogliere le domande e le attese dei poveri sul proprio territorio sapendole riconoscere come problemi da assumere insieme. In questo caso la volontà di rispondere al disagio abitativo di uomini italiani o stranieri, che sono entrati in una condizione di fragilità da poco tempo e che comunque dispongono di risorse personali e stanno cercando un luogo che favorisca l’autonomia e la responsabilità.

La Chiesa di Modena-Nonantola – prosegue Valenzano – con questo segno si vuole fare attenta a quelle povertà a volte più invisibili, che non trovano sempre le risposte più opportune e farsi prossima aiutando le persone a recuperare le competenze relazionali necessarie al proprio benessere. Questo luogo lo immaginiamo come un’opportunità per promuovere anche nuove esperienze professionali, per migliorare la qualità della quotidianità su più livelli mettendo al centro il valore dell’incontro e del legame tra persone che provengono da mondi e “contesti” diversi. Uno spazio dove riscoprire l’importanza della relazione e della socialità nella convinzione che la risposta sia nel favorire dei contesti più inclusivi dove il singolo è chiamato in una logica di reciprocità a scoprire il valore del dono e della responsabilità”.

Alla conferenza stampa di presentazione erano presenti anche Massimiliano Ferrarini, responsabile del Centro di accoglienza “Papa Francesco” e don Giuliano Gazzetti, vicario generale dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, che ha sottolineato il valore dell’opera-segno: “Il senso di un’opera-segno lo troviamo nel Vangelo di Matteo, quando Gesù dice ai discepoli “perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. Credo che il Centro di accoglienza si collochi pienamente in questa visione dell’opera buona, che ha la funzione, attraverso le attività che verranno proposte, di far cogliere alle persone che il sostegno che ricevono non si esaurisce nel singolo gesto, ma che rimanda ad un amore più grande, quello del Padre”.
















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