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Martini Sas Concordia, oltre il danno la beffa. Lavoratori sospesi e senza ammortizzatori sociali

“Dopo aver perso la possibilità di essere acquisiti da un nuovo acquirente, dopo che è saltato il concordato preventivo, e dopo il fallimento dell’azienda, ora i lavoratoti della Martini Sas di Concordia rimarranno senza retribuzione perché sospesi dal curatore fallimentare e senza ammortizzatori sociali. Oltre il danno, la beffa” – dichiarano Fiom/Cgil e Fim/Cisl Modena.

“A causa delle condizioni in cui è stata portata la Martini Sas da chi l’ha gestita sino ad oggi, il curatore fallimentare ha infatti valutato che non sussistono nell’immediato le condizioni per chiedere l’esercizio provvisorio dell’azienda che avrebbe permesso ai lavoratori, in parte di lavorare, in parte di beneficiare di ammortizzatori sociali in caso di non ri-occupabilità”.

“La responsabilità di questa situazione è indubbiamente di chi ha portato l’azienda al fallimento – la proprietà – non facendo investimenti utili al rilancio dell’azienda, e investimenti sul prodotto e sulla penetrazione in nuovi mercati. Sono mancati anche investimenti sugli immobili e sui macchinari.
Ma l’attuale difficoltà per i lavoratori della Martini Sas, nasce anche da una normativa di legge che dal 2015 non permette più, in caso di percorsi concorsuali senza l’esercizio provvisorio, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per tutelare il reddito dei lavoratori”  proseguono Fiom e Fim.

“I lavoratori Martini, paradossalmente, se oggi vogliono avere un minimo di reddito, devono essere licenziati e accedere al percorso della Naspi (indennità di disoccupazione), ma non hanno a disposizione niente per rimanere agganciati all’impresa in attesa di eventuali nuovi acquirenti interessati, per evitare la vendita atomistica dell’azienda e mantenere il sito produttivo sul territorio di Concordia.

E’ scandaloso che in questo Paese il Governo pensi di detassare i ricchi attraverso la flat tax e invece si continuino ad avere tanti lavoratori che, non per colpa loro, si trovano senza lavoro e senza salario, a causa della riduzione degli ammortizzatori sociali”.

“Fiom/Cgil e Fim/Cisl chiedono che in tempi rapidissimi si arrivi ad una soluzione che contemporaneamente dia risposta al reddito dei lavoratori e, nella ricerca di un nuovo acquirente,  non pregiudichi la possibilità della loro futura ricollocazione in azienda”.
















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