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Morto dopo l’arresto a Reggio Emilia: fermato dai Carabinieri per omicidio preterintenzionale un italiano

La morte di Youness Abouloufa El Idrissi, 37enne di origini marocchine deceduto il 5 settembre dello scorso anno dopo aver avuto un malore nella caserma dei carabinieri di corso Cairoli a Reggio Emilia, è sopravvenuta per effetto del trauma cranico produttivo di lacerazioni di vasi meningei, riportato a seguito di lesioni conseguenti a caduta originata da una colluttazione tra la vittima e due italiani abitanti a Correggio, ovvero: un 33enne di origini siciliane che, sferrandogli un violento pugno al volto, l’ha fatto rovinare a terra facendogli sbattere violentemente il cranio sul pavimento, aiutato da un 32enne reggiano che, nel corso della lite, gli aveva dato una forte spinta al petto.

Ad accertarlo le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale che, pienamente condivise dalla Procura reggiana, hanno visto la Dr.ssa Stignani, sostituto titolare delle indagini, richiedere ed ottenere dal GIP del tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari a carico del 33enne, abitante a Correggio, accusato del reato di concorso in omicidio preterintenzionale unitamente ad altro correggese 32enne indagato nell’ambito dello stesso procedimento penale.

Oltre alle testimonianze raccolte e agli accertamenti dei carabinieri del nucleo investigativo, fondamentali nelle indagini sono state le telecamere comunali che hanno documentato quanto accaduto in via Roma la sera del 4 settembre 2017 prima dell’arrivo dei sanitari e dei carabinieri. Il nordafricano era stato soccorso poco dopo le 20,00, a terra e privo di sensi. Complice anche l’uso smodato di bevande alcoliche l’uomo era andato in escandescenza tanto che erano dovuti intervenire i carabinieri di Bagnolo in Piano che sono riusciti a convincerlo a salire in ambulanza per essere portato all’ospedale San Sebastiano di Correggio. Una volta arrivato in nosocomio l’uomo aveva rifiutato le cure sanitarie scagliandosi contro persone e cose all’interno dell’ospedale. Alla vista dei militari, tornati in ospedale per ristabilire l’ordine, l’uomo aveva aggredito anche i carabinieri mandandone uno in ospedale. Solo l’intervento in supporto di un’altra gazzella aveva permesso di avere la meglio sull’esagitato che era finito in manette con le accuse di resistenza, violenza a pubblico ufficiale e lesioni. Nella tarda mattinata del giorno successivo, prima di andare in tribunale per la direttissima, era stato colto da malore all’interno delle camere di sicurezza del comando di Corso Cairoli ed era stato soccorso dai sanitari del 118, avvisati dal militare di servizio che si era accorto del malore. L’uomo, dopo le prime cure praticate sul posto, era stato trasportato al Santa Maria Nuova dove è morto.

La Procura reggiana, anche alla luce degli esiti autoptici, ha quindi aperto un inchiesta delegando per lo svolgimento delle indagini i carabinieri del nucleo investigativo che hanno ricostruito quanto accaduto, grazie anche alle telecamere comunali che hanno documentato quanto avvenuto prima dell’arrivo dei soccorsi la sera del 4 settembre detto.

 
















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