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A 16 anni con la droga nelle mutande, pusher in erba denunciato a S.Martino in Rio

Nonostante la giovane età si è mostrato scaltro e disinvolto, alla pari di un navigato pusher: occultava la droga nelle parti intime e viaggiava con al seguito il bilancino. Con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti i carabinieri della stazione di San Martino in Rio hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna uno studente 16enne reggiano, da tempo tenuto sotto controllo dai militari che lo avevano visto in compagnia di ragazzi più grandi di lui, noti ai carabinieri per essere assuntori di droga.

Per questo motivo l’altra sera, poco dopo le 21,00, quando è stato notato a bordo di un’autovettura ferma nella piazza del paese, in compagnia di tre amici maggiorenni, i carabinieri hanno optato per approfondire i controlli. Ai militari infatti è apparsa sospetta la preoccupazione trapelata dal volto del minore durante le rituali procedure di identificazione, motivo per cui hanno optato per approfondire i controlli culminati con le ispezioni personali dei 4 ragazzi. E mentre nulla di illecito veniva trovato in disponibilità dei tre maggiorenni le prime risultanze ispettive sul minore confermavano i sospetti dei carabinieri. Nella tasca il giovane studente risultava possedere un bilancino di precisione del tipo di quelli usati per pesare le sostanze mentre all’interno di uno zaino i militari hanno rinvenuto un trita erba.

Nel proseguo dei controlli i carabinieri trovavano i dovuti riscontri circa le ipotesi ravvisate nei confronti del 16enne: nascosta tra le parti intime, con modalità degne del miglior spacciatore, i carabinieri rinvenivano una busta in cellophane risultata contenere 23 grammi di marijuana. Il minore veniva quindi condotto in caserma dove i carabinieri procedevano a sequestragli quanto illecitamente detenuto provvedendo quindi a denunciarlo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il minore al termine delle formalità di rito veniva  affidato ai genitori esercenti la patria potestà.
















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