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CambiaMo soggetto attuatore del progetto “Periferie”

Nei giorni scorsi ha ottenuto l’incarico di realizzare i primi lavori sulla viabilità previsti dal Progetto Periferie, ora la società di trasformazione urbana CambiaMo diventa vero e proprio soggetto attuatore di alcuni tra i principali interventi previsti nell’area nord nell’ambito del Programma di riqualificazione urbana e sicurezza che ha ottenuto un finanziamento dal Governo di 18 milioni di euro con il Bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. Lo prevede la convenzione approvata dal Consiglio comunale oggi, giovedì 23 novembre, con il voto a favore di Pd e Art.1 – Mdp – Per me Modena, e il voto contrario di FI, M5s, Idea Popolo e libertà, e CambiaModena.
La convenzione, dopo aver ricordato che tra i compiti di CambiaMo c’è il completamento degli interventi relativi al Contratto di Quartiere II finalizzato alla riqualificazione urbanistica e sociale del comparto R-Nord, inserisce come ulteriore ambito di lavoro una serie di iniziative del Progetto Periferie: dalla palazzina con alloggi a canone calmierato e centro diurno per disabili (già prevista la gara nei prossimi mesi per un investimento di 6,2 milioni di euro) al Data Center-Modena Innovation Hub, dalla realizzazione della nuova sede di Medicina dello sport all’R-Nord, fino alla riqualificazione del sistema della mobilità stradale e ciclopedonale e al prolungamento del sottopasso ferroviario.
In convenzione, inoltre, si precisa che potranno essere inseriti anche ulteriori interventi di riqualificazione urbana in altri comparti del territorio comunale da individuarsi successivamente e che siano finalizzati “al superamento di elementi di degrado fisico e sociale”.

Il provvedimento è stato illustrato dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli sottolineando come l’esperienza della società si sia sviluppata proprio nel quartiere (in particolare, nel comparto R-Nord ma anche realizzando le palazzine di via Forghieri) offrendo garanzie di affidabilità e di razionalizzazione degli interventi anche potendo contare su di un modello organizzativo snello, caratterizzato dall’autonomia gestionale, che consente di agire con efficacia e rispettando i tempi.
Per le gare comunque è prevista l’applicazione del Codice dei contratti pubblici con i medesimi vincoli imposti alle pubbliche amministrazioni. Quindi stesse garanzie di trasparenza e i controlli tipici delle procedure di evidenza pubblica. Sulla società, inoltre, con la convenzione e i relativi protocolli attuativi sono previsti ulteriori controlli interni che si affiancano a quelli relativi alle società controllate.

Per Mario Bussetti del M5s “non è ben chiaro il senso di Cambiamo né si capisce perché debba diventare un mezzo assessorato ai Lavori pubblici. È un contenitore a totale controllo pubblico, che forse può portare a una maggiore velocità di esecuzione, ma in alcuni casi anche a una minore trasparenza. I risultati ottenuti da Cambiamo all’Errenord – ha proseguito – non sono all’altezza delle aspettative e riteniamo che quel modello non è quello da replicare per tutto il resto delle attività previste: le iniziative edili hanno ruolo importante ma senza un coinvolgimento dal basso dei cittadini non sono in grado di scalfire il problema, come dimostrano i movimenti in viale Gramsci”.
Per il Pd, Antonio Carpentieri ha evidenziato che “riqualificazione urbanistica ed edilizia non è solo risistemare un palazzo che era un problema per la zona” e “i movimenti in viale Gramsci sono proprio il risultato del fatto che se si sistema un punto, l’illegalità si sposta. L’edificio è stato oggetto di sistemazione fisica e sociale con varie azioni: ha ripreso tante funzioni pubbliche, dalla Croce Rossa al Portierato sociale, ospita alloggi occupati da studenti e famiglie. La strada dell’abbattimento non è stata possibile per la presenza di molti proprietari: la scelta era tenere la situazione come era oppure operare una riqualificazione”. Vincenzo Walter Stella ha sottolineato che “il percorso Errenord è iniziato proprio come percorso partecipato; non è stata una attività calata dall’alto. Inizialmente sono state considerate due direzioni: demolire o intraprendere un percorso di riqualificazione e lo sforzo maggiore è stato acquisire la maggioranza della proprietà dell’edificio”. Il consigliere ha ricordato che “Cambiamo è una società gestita a titolo gratuito, quindi un’attività meritevole” e ha evidenziato che “il processo di riqualificazione non si può concentrare solo sull’Errenord, ma deve estendersi sull’intera zona, come previsto dal Progetto periferie”.

Fabio Poggi ha fatto presente che “tutte le volte che l’Amministrazione comunale vuole comprare qualcosa deve passare dal Consiglio attraverso Cambiamo si sono evitate oltre 100 delibere per l’acquisto di appartamenti all’Errenord. Si tratta di un aspetto molto operativo, che però ha un senso. Faccio fatica a vedere gli aspetti negativi – ha aggiunto – e se vogliamo misurare l’efficacia sulla riqualificazione dell’Errenord vanno valutati tutti i singoli progetti portati avanti. Non si tratta solo di progetti edilizi e urbanistici ma sono state usate strumentalmente l’edilizia e l’urbanistica per portare avanti progetti sociali. Cambiamo – ha detto infine il consigliere è uno strumento utilizzato per riqualificare l’Errenord che va sfruttato in modo più ampio”.

Anche il sindaco Muzzarelli, in chiusura di dibattito, ha espresso il medesimo concetto: dobbiamo allargare il perimetro per arrivare a riqualificare non solo l’Errenord, ma l’intera area nord, che oggi ha dei problemi ma che da domani diventerà una delle aree più belle e inclusive di Modena. È una scelta politica, per sostenere la quale siamo stati in grado di ottenere risorse importanti, che consentiranno di cambiare faccia a una parte di città attraverso il più grande progetto di rigenerazione urbana, pari a 500 mila metri quadrati. Stiamo facendo gli interessi della città”.
















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