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Soddisfazione per il punto nascita di Mirandola. Il sindaco: «il lavoro di squadra ha pagato»

«Accogliamo con grande soddisfazione la notizia che il punto nascita dell’ospedale di Mirandola rimane aperto, grazie all’impegno costante e silenzioso dell’Amministrazione comunale, al lavoro professionale e appassionato del personale del reparto, agli investimenti effettuati in questi anni dall’Ausl di Modena, attraverso anche le donazioni, e alla preziosa collaborazione del volontariato».

Così il Sindaco di Mirandola, Maino Benatti, alla notizia che il Ministero della Salute ha concesso la deroga, richiesta dalla Regione Emilia Romagna, per evitare la sospensione dell’attività del reparto del “Santa Maria Bianca”, nonostante il numero di parti nell’anno 2016 sia stato inferiore ai 500 minimi richiesti. «Il ministero ha “certificato” quello che noi sapevamo già, ovvero che Mirandola e l’Area Nord sono in piena fase di ricostruzione e quindi non è possibile valutare questo punto nascita come quello di altre realtà. Ciò detto, non era affatto scontato che il reparto raggiungesse l’attuale livello di qualità. Dopo il terremoto i parti sono cresciuti perché Ausl, Comune e Regione hanno puntato sulla riqualificazione e l’ammodernamento del servizio, con la completa ristrutturazione e riorganizzazione dello stesso nel 2013, e perché il personale del punto nascita ha creduto alle nostre promesse e nel nostro progetto, mettendoci “anima e cuore”, e spendendo idee e passione, oltre che lavoro quotidiano. Questa è la prova che le polemiche fini a se stesse non servono a nulla e che la nostalgia per modelli di ospedale “anni Ottanta” non porta da nessuna parte; perché in una sanità moderna non è il numero dei posti letto a rende efficiente ed efficace un reparto, ma la dotazione tecnologica, la professionalità del personale e gli standard di qualità e sicurezza.

Noi continueremo a lavorare per implementare il punto nascita e per tornare a superare la soglia dei 500 parti, anche attraverso iniziative innovative di informazione nelle scuole e nelle aziende del territorio. I cittadini devono continuare ad avere fiducia nel nostro ospedale».

 

 
















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