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Porta a porta al Villaggio Artigiano Emilio Po Lapam: “Passo nella giusta direzione”

“Accogliamo con favore l’avvio, ormai prossimo, della raccolta porta a porta dei rifiuti nell’area del Villaggio Artigiano di viale Emilio Po. Il Comune di Modena ed Hera hanno ascoltato le richieste che, come associazione, avevamo fatto qualche mese fa, rilevando in una inchiesta sui villaggi artigiani modenesi, degrado e sporcizia in quell’area”.

Lapam Confartigianato commenta così la decisione di avviare la raccolta differenziata porta a porta nella cosiddetta Zai (zona artigianale e industriale) Emilio Po, in pratica lo storico Villaggio Artigiano. L’associazione era presente all’incontro con gli assessori all’ambiente, Giulio Guerzoni e ai quartieri, Irene Guadagnini, oltre al tecnico della direzione Servizi Ambientali di Hera, Luca Sitta, per fare il punto della situazione.

A partire dal 23 ottobre, dopo una prima fase informativa, scatterà la raccolta porta a porta sia per le imprese artigianali e industriali che per commercianti e residenti, per poi andare a regime e togliere i cassonetti nel giro di qualche tempo.

“La motivazione data riguarda una percentuale di raccolta differenziata più bassa rispetto al resto della città e alla positiva sperimentazione ai Torrazzi (dove di è passati dal 30 al 70%) – spiega Lapam – di certo avevamo segnalato una situazione difficile sotto questo punto di vista nella nostra videoinchiesta. La risposta di Comune ed Hera ci pare quella giusta e invitiamo dunque gli imprenditori a sostenere fattivamente questo progetto”.

Lapam Confartigianato, però, fa una richiesta precisa all’amministrazione: “Ci è stato detto che la cosiddetta ‘Tariffa Puntuale’, che prevede di pagare la Tari in base alla effettiva produzione di rifiuti, entrerà in vigore solo nel 2021. Ebbene, dato che i modenesi imparano presto e che per gli imprenditori questa novità comporterà comunque un sacrificio, chiediamo che la ‘Tariffa Puntuale’ venga applicata in modo più celere per rendere più equo e giusto un sistema che, oggi, fa pagare non in base alla produzione di rifiuti ma ai metri quadri”.

 

 

 
















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