La seduta dei mercati azionari del Vecchio continente prosegue ampliando i cali dell’avvio, sempre sulle tensioni innescate dalla crisi coreana: Londra, Milano (Ftse Mib -1,1%) e Madrid perdono oltre un punto percentuale, seguite da Parigi (-0,8%) e Francoforte, che prova a contenere le perdite e cede lo 0,5%. Da mercoledì, quando la contrapposizione tra Pyongyang e Washington si è fatta acerba, l’indice Msci dei 50 titoli asiatici principali ha ceduto il 4%, quello europeo quasi il 3%, a Wall street lo S&P 500 l’1,4%, mentre il tecnologico Nasdaq il 2,4%, pagando anche la debolezza di Apple denunciata sulle leggi antitrust da sviluppatori cinesi e Netflix, che sconta la distribuzione in autonomia di Walt Disney.
Non sono cali drammatici, ma segnano un’inversione di tendenza dopo i record recenti e ricordano altre crisi di agosto, quando i mercati sono particolarmente volatili. Finora però i dati macro rendono incerti i prossimi rialzi dei tassi Usa, fornendo un possibile sostegno alle Borse.
