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Ospedale, Rete Imprese Pavullo: chiarezza su tempi e modalità degli investimenti annunciati

«Partiamo dal fatto che la politica in questi anni non ha fatto nulla per difendere l’Ospedale di Pavullo lasciando che il punto nascite, diventato un punto di eccellenza a livello provinciale, venisse depotenziato perdendo così la sua attrattività. Non ha vigilato sugli investimenti infrastrutturali che erano stati promessi e mai mantenuti e che oggi vengono riproposti nel nuovo accordo sottoscritto nei giorni scorsi. Questo ha visto nel tempo il forte calo delle nascite presso l’Ospedale di Pavullo a favore dei nuovi poli ospedalieri. Per cui la chiusura del punto nascite è l’epilogo della mancanza di volontà, da parte della politica, di difendere la più importante azienda di servizi sul territorio del Frignano».

«Prendiamo comunque atto della scelta di chiudere il punto nascite, ma vogliamo certezze sui tempi e sulle modalità con cui verranno messi in campo gli interventi di potenziamento dell’Ospedale di Pavullo, per un investimento annunciato pari ad oltre 5 milioni di euro».

Confcommercio, Lapam, Cna e Confesercenti di Pavullo, riunite sotto l’insegna di Rete Imprese Italia, tornano a pronunciarsi pubblicamente sul futuro dell’Ospedale di Pavullo alla luce di quanto emerso nella discussione in consiglio comunale dello scorso 25 maggio e nel corso dei recenti incontri con il presidente dell’Unione dei Comuni del Frignano Leandro Bonucchi e l’assessore regionale Luciana Serri, unici interlocutori politici che si sono proposti per un confronto.

«Giudichiamo positivo il confronto avviato con Bonucchi e Serri», puntualizza Rete Imprese Italia di Pavullo, «ma non riusciamo a spiegarci come mai Massimo Annichiarico, d.g. dell’Ausl di Modena, si sia fino ad ora sottratto ad ogni nostro invito a discutere sull’argomento: in gioco, lo ricordiamo, c’è un tema cruciale, che non ha solo profili sanitario-assistenziali, ma investe nel complesso la qualità della vita di famiglie ed imprese del territorio».

«Riteniamo poi», sottolineano le quattro Associazioni, «che Pavullo e l’intera area del Frignano non possano pagare il prezzo di investimenti e decisioni politiche dubbie, come quelli che hanno condotto alla costruzione degli ospedali di Sassuolo e Baggiovara (con il tacito assenso dei politici della nostra Montagna), che stanno generando, come era prevedibile, problemi sulla tenuta del sistema socio-sanitario provinciale».

«Continuiamo a pensare», precisa Rete Imprese Italia , «che le scelte sull’Ospedale di Pavullo non possano infatti fondarsi su meri criteri numerici: la struttura di Pavullo è e dovrà rimanere un punto di riferimento per una comunità molto ampia, che da Serramazzoni arriva fino al confine con la Toscana e che è impensabile possa essere servita dagli ospedali di Sassuolo o Baggiovara».

«Il nostro obiettivo», concludono le Associazioni datoriali, «è quello di assicurare, attraverso un puntuale percorso di monitoraggio e discussione con le Istituzioni e gli enti coinvolti, che gli investimenti milionari, annunciati oggi e più volte in passato, possano finalmente andare a buon fine: in ballo c’è la necessità di garantire servizi sanitari quantitativamente e qualitativamente adeguati alla domanda dei cittadini del territorio appenninico. Chiediamo pertanto che il punto nascite venga derogato, come stanno richiedendo altri ospedali in regione (Castelnuovo Monti e Borgotaro) in attesa di veder realizzati gli investimenti promessi, senza i quali sarebbe un ulteriore sconfitta della politica locale e di tutti i cittadini».
















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