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Reggio Emilia ‘Fattore Creativo. Saperi, spazi e politiche per un’economia urbana qualificata’: domani la presentazione

Reggio Emilia da tempo investe in creatività e cultura quali asset strategici per lo sviluppo urbano, la crescita economica e la qualità di vita dei suoi cittadini. Alla base di questa scelta vi è la convinzione che la creatività sia l’elemento fondante dell’approccio all’innovazione di Reggio Emilia, e che pertanto sia necessario favorire e sviluppare accanto alle forme più tradizionali di creatività, la contaminazione tra forme ed esperienze diverse e più contemporanee.

Ma cosa si intende esattamente per creatività?

Quali indicatori aiutano a comprendere i processi creativi in atto, le dinamiche agite dalle persone – che sono cuore di questi processi – e le traiettorie che possono essere intraprese per rendere Reggio Emilia una città davvero creativa? Inoltre come come è possibile riuscire a sviluppare un ecosistema locale in grado di supportare i processi creativi degli attori del sistema stesso, i quali a loro volta possono contribuire alla generazione di nuove risposte ai problemi reali ed attuali della collettività?

A queste e altre domande si cercherà di fornire risposte mercoledì 28 giugno 2017, alle ore 18 a Reggio Emilia all’ Università di Modena e Reggio Emilia Dipartimento di Comunicazione ed Economia via Allegri 9 – aula 5a/b (1piano), in occasione della presentazione dei risultati della ricerca, “Fattore Creativo. Saperi, spazi e politiche per un’economia urbana qualificata” che si svolgerà alla presenza del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, dell’assessore all’Educazione e Conoscenza Comune di Reggio Emilia Raffaella Curioni, della direttrice Dipartimento Comunicazione ed Economia Università di Modena e Reggio Emilia Maria Cristiana Martini e dei curatori scientifici della ricerca, docenti dell’ Università di Modena e Reggio Emilia Fabrizio Montanari e Damiano Razzoli.

Realizzata dall’Università di Modena e Reggio Emilia. Dipartimento di Comunicazione ed Economia Centro di Ricerca GIUnO, in collaborazione con Comune di Reggio Emilia e Fondazione E35, nell’ambito del progetto Remixing Cities, la ricerca ha analizzato il “genius loci” relazionale e generazionale di Reggio Emilia in modo da fornire linee guida di programmazione per valorizzare il carattere informale della creatività giovanile in un processo di rafforzamento dell’economia locale. Va tenuto presente in tal senso che l’innovazione e la creatività non sono solo il risultato di un particolare network di relazioni, ma anche il risultato del lavoro relazionale svolto dai singoli individui, favorito o condizionato dalla presenza di istituzioni, luoghi, spazi e piattaforme dedicati alla collaborazione, co-progettazione e allo scambio di idee e pratiche.

“La seconda edizione di Remixing Cities, che si è tenuta a Reggio Emilia, Mantova e Siena tra settembre ed ottobre 2016 – chiarisce l”assessore all’ Educazione e Conoscenza Raffella Curioni – ha previsto un programma diffuso dedicato alla rigenerazione urbana attraverso la giovane creatività. Un impegno a concepire la ‘città come bene comune’ a partire dalla necessità di sviluppare un ecosistema locale in grado di supportare i processi creativi degli attori del sistema stesso per generare nuove modalità di risposta e innovazione delle pratiche e delle politiche pubbliche a supporto di una città creativa”.

“Da questo itinerario urbano del Remixing – sottolinea l’assessore – l’idea di questa indagine realizzata in collaborazione con Opera (l’unità di ricerca di Unimore) per mappare lo stato dell’arte della creatività giovanile a Reggio Emilia e generare idee su reti, competenze e spazi della creatività. Una mappatura della scena creativa giovanile di Reggio Emilia, che ha analizzato, in particolare, come il contesto cittadino ed il rapporto con le istituzioni, la presenza di reti sociali e di spazi e lo sviluppo di attività creative possano influenzarne il consolidamento”. “Un’analisi ‘dal basso’ che ha cercato di dare voce a bisogni ed esigenze degli intervistati per costituire un punto di partenza in un’ottica di sensibilizzazione al tema della giovane creatività favorendo anche nuove proposte culturali. Un lavoro prezioso, che mostra un potenziale Fattore creativo presente nella nostra città da valorizzare e rafforzare e che ci consegna spunti importanti di riflessione a partire dai luoghi della città e dalle nuove identità che essi potranno assumere”.

Condotta nell’autunno del 2016 con gli esponenti della scena artistica e creativa di Reggio Emilia attraverso un campione di 85 soggetti, di età compresa tra i 18 e 38 anni, l’indagine ha sviscerato le dinamiche della creatività giovanile e informale nel territorio di Reggio Emilia, con attenzione a saperi, spazi e politiche necessarie per supportare attività e relazioni in ambito artistico, creativo e culturale.

 

LA RICERCA DEL 2007 – 2008

Già tra il 2007 e il 2008 una ricerca realizzata dall’Università di Modena e Reggio Emilia e promossa da Comune e Camera di Commercio di Reggio Emilia ha cercato di valutare la presenza di un’economia della creatività nella città, cercando di capire le possibili ricadute per il territorio in termini sia economici sia di immagine e percezione della città. A fianco di una presenza importante di classe creativa, dalle arti visive al graphic design, emergeva la conseguente difficoltà per i neo-arrivati di inserirsi nelle reti già esistenti. Questo elemento agiva anche sul ridotto grado di consapevolezza del valore sociale ed economico della scena creativa. Dalle interviste della ricerca emergeva, quale possibile soluzione, la costruzione di un humus culturale e creativo che andasse ad incidere sulla città attraverso la creazione di luoghi di ritrovo e socializzazione spontanei, diffusi e aperti, primi tra tutti spazi pubblici in cui potersi scambiare opinioni e idee.

 

GLI ULTIMI ANNI

L’attuale Amministrazione ha cercato di colmare questo gap investendo nell’apertura di spazi, luoghi dedicati alla socializzazione dei giovani creativi, e la presentazione di un’offerta di servizi dedicati. L’iniziativa Remixing Cities (con l’attiva partecipazione a reti come GAI – Giovani Artisti Italiani – e GAER – Giovani Artisti Emilia-Romagna) nata a Napoli nel 2014 e nel 2016 ampliata con ulteriori partnership e nuove tappe nazionali con un programma nelle 3 città di Reggio Emilia, Mantova e Siena, si è mossa in questa direzione. Legandosi a questa iniziativa, la ricerca condotta negli ultimi mesi del 2016 dall’Università di Modena e Reggio Emilia ha scelto di partire proprio dai creativi, da chi attiva le relazioni, da chi le agisce a più livelli e si rende moltiplicatore di contatti e capabilities.

 

LA RICERCA

Il ricerca ha cercato di realizzare una mappatura della scena creativa giovanile di Reggio Emilia analizzando come il contesto cittadino e il rapporto con le istituzioni, la presenza di reti sociali e spazi e, infine, lo sviluppo di attività creative possano influenzarne il consolidamento. Tale analisi ha cercato di dare voce a bisogni ed esigenze degli intervistati al fine di costituire un punto di partenza in un’ottica di sensibilizzazione al tema favorendo nuove proposte culturali.

La ricerca è stata condotta tra ottobre e dicembre 2016 con la collaborazione degli studenti del corso di Organizzazione e Management della Cultura e della Creatività e di Comportamento Organizzativo, delle lauree del Dipartimento di Comunicazione Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e tramite la somministrazione di un questionario a un campione di 85 soggetti, dopo essere partiti da una serie di contatti ricavati da mailing list fornite da servizi comunali quali Spazio Gerra e Officina Educativa, oltre che dall’archivio online del GAI.

Gli 85 soggetti intervistati hanno una età compresa tra i 18 e i 38 anni, con una prevalenza di persone nate tra il 1991 e il 1995; sia nati e residenti in provincia di Reggio Emilia sia nati fuori provincia e che allo stato attuale risiedono e svolgono la loro attività sul territorio di Reggio Emilia. è interessante notare come non sempre le ragioni dell’insediamento a Reggio Emilia siano legate necessariamente alla professione creativa, ma piuttosto per ragioni familiari, professionali, quali trasferimento di lavoro, o di studio. In tal senso, è possibile affermare che la dimensione creativa reggiana è di carattere soprattutto endogeno.

Si tratta di un’indicazione utile per capire come la città abbia una sensibilità alla dimensione creativa, che riposa su pratiche informali, confermata inoltre dalla presenza di numerosi ventenni.

Di rilievo è constatare che, in termini di formazione, si tratta di un campione con un profilo formativo molto elevato: il 50% degli intervistati ha conseguito una laurea.

Per quando concerne il profilo delle attività svolte, la maggior parte si concentra nell’area musicale e discografica (il 25% del campione), a cui seguono le arti figurative contemporanee (22%) e la macro area grafica, videomaking e cinema (17%). In generale, si ha una rappresentanza trasversale di altre discipline, dall’artigianato alla danza.
















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