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Nonantola, istallazione della scritta in ebraico proveniente dal Padiglione della Santa Sede a Expo Milano 2015

Domenica 18 giugno 2017 a partire dalle 17.00 si svolgerà a Nonantola, presso Prato Galli, la cerimonia di inaugurazione della scritta “Non di solo pane”, in ebraico antico, proveniente dal padiglione della Santa Sede presso Expo Milano 2015.

L’opera, donata da Caritas Ambrosiana al Comune di Nonantola nell’ambito del progetto “Il Viaggio della Parola – Rigenerazione del padiglione della Sanata Sede a Expo Milano 2015”sarà collocata a Prato Galli, sito particolarmente suggestivo e simbolico, perché destinato ad ospitare il Luogo per la memoria dedicato alla vicenda di solidarietà che, tra il 1942 e il 1943, portò la comunità nonantolana ad accogliere e dare salvezza a settantatré ragazzi ebrei in fuga da persecuzioni e violenze, provenienti dall’Europa centro-orientale e balcanica.

L’iniziativa, che vede la collaborazione tra Comune di Nonantola, Fondazione Villa Emma, Parrocchia di Nonantola e Partecipanza Agraria, si svolgerà in due fasi:

alle 17.00 presso Prato Galli sarà inaugurata la scritta. Interverranno il Sindaco di Nonantola, Federica Nannetti, il parroco, Don Alberto Zironi e il Presidente della Fondazione Villa Emma, Sen. Stefano Vaccari; alle 18.00, il pomeriggio proseguirà presso la Sala Verde (Seminario di Nonantola) con l’intervento di Ginette Caron, curatrice del progetto “Il viaggio della Parola” e con una riflessione incentrata sull’irrinunciabilità dell’immateriale evocato dalla locuzione “Non si solo pane”. Dialogheranno Guido Pisi, ricercatore e membro del gruppo di progettazione del Memoriale dedicato ai ragazzi ebrei salvati a Nonantola e Matteo Al Kalak, studioso di storia del cristianesimo e docente presso l’università di Modena e Reggio Emilia.

In chiusura, sarà presentato il Centro di Documentazione Josef Indig nel quale sono raccolte importanti sezioni del patrimonio documentale della Fondazione Villa Emma. Interverrà Eleonora Cussini, Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha curato la ricerca condotta sui cinque libri in ebraico che facevano parte della Biblioteca dei ragazzi di Villa Emma della quale sono fortunosamente giunti fino a noi 94 dei circa 800 volumi originari.
















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