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Bosch RexRoth Oil Control, firmato accordo innovativo che riduce l’orario e crea occupazione

Nella serata di venerdì 14 aprile, dopo una lunga e complessa trattativa durata 2 anni e una serie di scioperi ad aprile, è stata firmata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto aziendale alla Bosch Rexroth Oil Control che conta 1.300 dipendenti nei 3 stabilimenti di Nonantola, Pavullo nel Frignano e Vezzano sul Crostolo.
Si tratta – spiegano Fiom/Cgil e Uilm/Uil Mo+Re e Fim/Cisl Emilia Centrale – del primo accordo di gruppo che unifica in modo quasi definitivo i trattamenti normativi e salariali dei lavoratori dei 3 diversi stabilimenti, definisce un percorso di stabilizzazione dei lavoratori  somministratori a tempo determinato, e a partire da maggio 2017 la rinuncia da parte dell’azienda all’utilizzo di lavoratori in staff leasing, stabilizzando quelli già presenti a tempo indeterminato.
Tra i punti più significativi dell’ipotesi vi è dunque il superamento dello staff leasing con l’assunzione nel mese di maggio di tutti gli oltre 40 lavoratori attualmente impiegai con questa tipologia contrattuale.
Fondamentale anche la definizione di un percorso di stabilizzazione dei lavoratori somministrati a tempo determinato che dal 18° mese continuativo o per periodi discontinui di prestazione, acquisiscono il diritto ad entrare nel percorso di stabilizzazione della durata di 36 mesi (comprensivi dei primi 18 mesi), scaduti i quali è previsto l’obbligo di assunzione.
Il superamento di staff leasing e la stabilizzazione dei somministrati a tempo determinato, trasformerà circa 75 lavoratori precari in assunzioni a tempo indeterminato in Bosch.

Il ruolo della rappresentanza sindacale dei somministrati è temporaneamente affidato alle Rsu di stabilimento, che acquisiranno agibilità sindacale anche nei confronti delle agenzie, garantendo un livello di tutela e protezioni all’interno del luogo di lavoro per tutti i lavoratori in somministrazione.

Riguardo ai diritti dei  lavoratori, notevolmente intaccati dalle recenti normative del Jobs Act, c’è l’impegno, nei casi di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo, ad avviare un percorso tra le parti per tentare di evitare il licenziamento stesso.
Inoltre per quanto riguarda le recenti normative del Jobs Act viene individuato un percorso interno di confronto tra le parti sui licenziamenti individuali di tipo disciplinare, facendo riferimento alla proporzionalità del sistema sanzionatorio contenuto nel  CCNL. Definiti percorsi di confronto tra le parti anche per demansionamento e controllo a distanza.
Viene inoltre mantenuto il pagamento al 100% dei primi 3 giorni di malattia.
Sull’ orario di lavoro, sono stati inseriti 20 e 22 turni fino al sabato, con rotazione di 4 squadre giornaliere a orario ridotto di 30 ore settimanali e di 33,5 ore di media su 2 settimane, con retribuzione piena sulle 40 ore senza decurtazione dei P.A.R., fissati gettoni di presenza sul sabato di €50, e l’aumento della maggiorazione notturna dal 25% al 30%.
Su orario plurisettimanale e quindi flessibilità dell’orario di lavoro, è previsto  il vincolo dell’accordo sindacale per il recupero delle ore aggiuntive.
E’ stato esteso il diritto alla mensa a tutti i lavoratori del gruppo con copertura al 70% da parte dell’azienda.
Sul Premio di risultato è stato fissato il massimale annuo a €2.100 uguale per tutti i lavoratori.
Riconfermato il percorso democratico per l’approvazione di piattaforme e accordi in modo unitario con il voto vincolante dei lavoratori.
“La trattativa è stata molto complicata, durata 2 anni ed ha visto anche di recente momenti di forte tensione, toccando l’apice quando due mesi fa Bosch ha annunciato 138 potenziali esuberi – dichiarano Simone Selmi e Sergio Guaitolini delle Fiom/Cgil di Modena e Reggio Emilia, Alberto Zanetti Uilm/Uil Modena e Reggio Emilia e Paolo Roncarati della Fim/Cisl Emuilia Centrale”.
“Grazie alla mobilitazione e alla perseveranza dei lavoratori – continuano i sindacalisti – è stato possibile conquistare un accordo che garantisce all’azienda un maggior utilizzo degli impianti e allo stesso tempo una notevole riduzione dell’orario di lavoro e il miglioramento delle condizioni salariali e normative, nonché un percorso di stabilizzazione che ha portato dai 138 esuberi dell’8 febbraio a 75 assunzioni nel biennio 2017-18”.
“Questo è un accordo significativo perché redistribuisce il lavoro tra più persone intervenendo sulla riduzione degli orari, redistribuisce la produttività sotto forma di aumenti salariali e garantisce occupazione stabile”.

Ora la parola passa ai lavoratori a cui sarà illustrata l’ipotesi di accordo nelle assemblee del 26, 27 e 28 aprile e nei giorni successivi saranno chiamati al voto per il referendum che vedrà interessati i 1.300 lavoratori complessivamente impiegati nelle unità tra Modena e Reggio.
















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