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Sacmi, la rivoluzione in Fabbrica Ceramica 4.0

Oltre 200 partecipanti al convegno “Slabs Factory & Sacmi 4.0”, un’occasione per illustrare ai protagonisti l’offerta impiantistica d’avanguardia per il settore della produzione di grandi lastre e formati.

Cos’è il 4.0? “Non uno slogan, un progetto, ma un vero e proprio ripensamento del business e del processo produttivo”. Così ha spiegato il direttore generale del Gruppo Sacmi, Claudio Marani, di fronte agli oltre 200 clienti italiani che hanno partecipato, guidati dal presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli, al convegno “Slabs Factory & Sacmi 4.0”, organizzato il 23 marzo, nella sede di Sacmi Forni a Salvaterra di Casalgrande (Re).

Introdotto e moderato da Giuseppe Miselli, responsabile commerciale Italia della Divisione Tiles di Sacmi, l’incontro aveva uno scopo preciso: illustrare al gotha della ceramica italiana quella che in Sacmi è già una realtà, dal modo di concepire la progettazione degli impianti e delle singole macchine a handling e logistica, dagli avanzati supervisori di linea ai servizi post vendita. Una realtà, l’offerta Sacmi 4.0, che si sta traducendo in un nuovo e potente volano di sviluppo per l’industria ceramica italiana.

 

“Una rivoluzione digitale per il rilancio della manifattura”

“Il Gruppo ha chiuso il 2016 – ha rilevato il presidente di Sacmi Imola, Paolo Mongardi – confermando un volume di vendite superiore a 1,4 miliardi di euro, di cui oltre 300 milioni realizzati in questo distretto. Industria 4.0 per Sacmi significa anzitutto questo, offrire al nostro territorio di riferimento un nuovo elemento di efficienza e competitività sui mercati internazionali”. Una rivoluzione – risponde Vittorio Borelli, alla guida dell’associazione che rappresenta in tutto il mondo la ceramica italiana di qualità – che vede il settore ceramico profondamente coinvolto, “a partire dall’alta propensione agli investimenti in innovazione che caratterizza le nostre imprese, ben il 7% del fatturato in media ogni anno. E nella stessa direzione vanno le misure prese dal Governo sul superammortamento, un piano organico per il rilancio degli investimenti e della competitività che passa dalla trasformazione digitale dell’industria”.

È lo stesso Claudio Marani, già al timone della Divisione Ceramics e da alcuni mesi direttore generale del Gruppo Sacmi, ad illustrare alla platea alcuni dei cambiamenti – fino a ieri fantascienza – che il 4.0 sta imponendo ai top player globali della manifattura e, parallelamente, agli stili di consumo. “Ad oggi – spiega Claudio Marani – abbiamo nel mondo 2.500 ‘unicorni’, imprese che nascono grazie all’informatizzazione e che sono in grado di produrre volumi d’affari di oltre un miliardo di dollari in meno di un anno”.

Cosa significa questo nel mondo ceramico? Che presto – molto presto – il cliente dotato di smartphone in visita ad un salone espositivo scatterà una foto della propria lastra ceramica preferita, e questa informazione agirà in tempo reale sul processo produttivo, grazie a macchine che comunicano tra loro, supervisori d’impianto in grado di interfacciarsi con l’ERP del cliente, magazzini di prodotti finiti che si trasformano in magazzini di stoccaggio semilavorati, da cui pescare, nella direzione di un numero potenzialmente illimitato e altamente personalizzato di configurazioni prodotto, realizzabili in modo efficiente ed a costi – energetici, produttivi, ambientali – assolutamente competitivi.

 

H.E.R.E., la nuova frontiera dei supervisori di linea

Che non si tratta di fantascienza lo hanno spiegato, punto per punto, i massimi responsabili tecnici Sacmi chiamati all’incontro per presentare l’impiantistica d’avanguardia del Gruppo in questo ambito. “La spinta innovativa – spiega Gildo Bosi, responsabile R&D della Divisione Automazione e Pressature speciali di Sacmi – ci viene dai mercati, che diventano sempre più volatili, i lotti più limitati, l’obsolescenza rapida. La risposta si chiama integrazione impiantistica, un concetto che in Sacmi portiamo avanti sin dalla metà degli anni Ottanta con i primi supervisori su macinazione continua. Il sistema H.E.R.E. (Human Expertise for Reactive Engineering, presentato a Tecnargilla 2016) non è altro che l’evoluzione e il punto d’arrivo di questa logica”.

Il sistema – spiega Gildo Bosi – si compone di una serie di moduli che intervengono a livello gerarchico sul processo. A livello zero si trovano le macchine, quindi controlli e PLC, e ancora supervisione aggregata di reparto (macinazione, pressatura, essiccazione, decorazione, scelta, stoccaggio) e di stabilimento. Dall’altro lato l’ERP raccoglie l’ordine, lo cala sull’impianto e lo esegue, mentre tutti i dati vengono misurati, raccolti, rielaborati e riportati al livello più alto. “Il risultato è quello di avere sempre in tempo reale la possibilità di capire come performa un singolo reparto, impianto, o anche un intero stabilimento nell’ambito di un’azienda che ha diverse unità produttive, e di intervenire laddove si presentano criticità, possibilmente prima che esse si realizzino”.

Si chiama manutenzione predittiva, già una realtà sulle macchine Sacmi, interfacciate con il supervisore e dotate di sistemi di autodiagnostica e teleassistenza con realtà aumentata. Ma, più in generale, H.E.R.E. restituisce un OEE (Overall Equipment Effectiveness), un indice di performance che consente di abbinare un indicatore di costo allo stato di salute dell’impianto, anticipando deviazioni della produzione e mantenendo sempre al top la qualità del prodotto.

Grandi lastre, banco di prova per Fabbrica Ceramica 4.0

Slabs Factory, appunto, perché è il mondo delle grandi lastre e formati ad essere il banco di prova di questa rivoluzione, che Sacmi sta estendendo a tutta la propria gamma di offerta per il settore. Le ragioni sono abbastanza evidenti: prodotti dal costo unitario molto elevato, complessi da produrre, da movimentare, stoccare, un ambito in cui la seconda scelta non esiste e – quando esiste – va recuperata in sottomultipli, listelli, vari elementi d’arredo e rivestimento.

Protagonista nella pressatura tradizionale – Sacmi ha colto l’occasione del convegno per presentare, con il responsabile Presse Marco Salieri, la nuovissima PH 8200 della serie Imola dotata di sistema CRS e di una logica di automazione completamente nuova basata su protocollo di comunicazione Ethernet Powerlink – il Gruppo sta facendo scuola nel mondo con la tecnologia Continua+, il rivoluzionario nastro compattatore che, spiega Andrea Bresciani, direttore Centro R&D Piastrelle ed Estrusi, mette in pratica i principi 4.0 della formatura intelligente e decorazione full digital delle lastre. Intelligente, perché la sua produttività prescinde dal formato (fino a 14mila m2 al giorno) e dagli spessori (fino a 2 cm e oltre). Full digital dal punto di vista dei controlli – si è aggiunto di recente, sulla Continua, il nuovo MDX 2000, un sistema per il controllo automatico della densità e degli spessori in ogni punto della lastra – e dell’effetto estetico, grazie all’integrazione con PCR (nastro per decorazioni in struttura) e con le soluzioni Sacmi Digital per la decorazione a secco, a umido e (novità) anche con graniglie. Infine flessibile perché, grazie all’integrazione con la macchina di taglio, con Continua+ non c’è limite ai formati lavorabili. “Il risultato – spiega Bresciani – è che si può progettare digitalmente il prodotto, sincronizzare le diverse macchine che compongono la linea, sviluppare insomma prodotti in piena ottica 4.0”.

 

Smart factory modulare, forni extra-large

Ma è su handling e fine linea, logistica d’impianto, che si gioca la partita forse più importante di Fabbrica Ceramica 4.0: lo rileva Maurizio Bardi, amministratore delegato di Nuova Sima, l’azienda del Gruppo Sacmi specializzata nelle soluzioni di movimentazione, confezionamento e scelta. “Automazione ed handling – ha illustrato Bardi – devono essere fuse in un unico sistema di gestione del processo. In Sacmi abbiamo ideato un nuovo layout d’impianto basato su una logica ‘assembly to order’, in pratica una fabbrica divisa in due, la prima che, attraverso una logica ‘make to stock’, lavora per produrre e stoccare semilavorati, la seconda, in un’ottica ‘make to order’, che prepara prodotti finiti su input dell’ordine cliente ed a partire dal magazzino semilavorati”. Una logica che, in sostanza, riduce enormemente la gestione della complessità di ordini flessibili, mentre la fabbrica ceramica diventa una vera e propria unità “modulabile” capace di adattarsi, quasi come un androide intelligente, alle richieste del cliente e del mercato.

Ma se non siamo certo nel microcosmo della narrazione – qui le lastre pesano tonnellate, e la logistica prodotto finito si traduce nella necessità di un’automazione servoassistita di tutte le fasi di scelta, imballaggio, carico – c’è un altro step su cui Sacmi si sta misurando per offrire soluzioni anche in questo caso rivoluzionarie per performance, flessibilità d’uso, adattabilità a questo nuovo concetto di fabbrica ceramica. Sono i forni XXL, l’ultimo dei quali – il nuovissimo 3.850 mm – presentato da Pier Francesco Vaccari, direttore tecnico di Sacmi Forni e “padrone di casa” al convegno. Un modello che si aggiunge al già top di gamma 3.500, sei esemplari venduti in un solo anno tra Spagna e Messico, mentre l’ultima versione (con due installazioni in corso in India) è la più grande ad oggi sul mercato mondiale delle macchine termiche.

Problemi di uniformità nella temperatura, struttura dei rulli, quantità e qualità dei bruciatori (anche in versione autorecuperante EKO). Questioni hardware che si stanno traducendo in competitività moltiplicata per due: tante sono le lastre (ad oggi fino a 1.600×1.600 mm) che possono essere incubate assieme, perfettamente affiancate, nel mega forno Sacmi, “mentre è allo studio – annuncia Vaccari – anche una soluzione semiautomatica che possa assistere l’operatore nelle fasi di estrazione e inserimento rulli”. Sì, perché nella fabbrica smart le operazioni faticose devono un po’ alla volta scomparire, nobilitando il prodotto ed anche il lavoro degli operatori.
















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