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Stregoni, a Soliera la musica che viene dall’Africa per un progetto di integrazione

Venerdì 24 marzo, alle ore 21, il Dude Arci Club di Soliera, all’interno della Casa della Cultura Habitat di via Berlinguer 201, propone una serata speciale, esito conclusivo del percorso laboratoriale dal titolo “Stregoni. Dagli smartphone la musica delle migrazioni”. Ad esibirsi sarà la band Johnny Mox e Above The Tree, per un’iniziativa che fa perno sulle radici musicali dei richiedenti asilo ospitati in paese. L’ingresso è libero, al concerto seguirà il dj set di Cecco.

Nei mesi scorsi, nell’ambito del programma nazionale di accoglienza “Mare Nostrum”, i profughi (tutti giovani fra i 20 e i 35 anni, provenienti da Senegal, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio e Gambia)) sono stati coinvolti in numerose attività civiche, come la raccolta delle foglie lungo le strade che percorrono i bambini per andare a scuola, l’allestimento delle fiere e di altre manifestazioni cittadine, e il servizio volontario al Mercatino del Riutilizzo di via Stradello Morello 370, gestito dai volontari dell’Auser.

Un’ulteriore tappa in un percorso di integrazione nella vita cittadina è stato appunto “Stregoni”, un progetto che non a caso si è svolto interamente all’Habitat, un luogo dove le arti si contaminano e dove le associazioni e i tanti soggetti che fanno cultura convivono e collaborano.

A partire dallo scorso gennaio Arci Soliera (capofila dell’iniziativa), l’associazione musicale Decibel, Arci Dude e la Fondazione Campori, con il coordinamento dell’assessorato ai Servizi Sociali, hanno messo a disposizione le proprie competenze e gli spazi di Habitat – sale corsi, sale prove e di registrazione, una sala spettacoli – per questa nuova sfida. L’obiettivo? Offrire una chiave di lettura, attraverso il linguaggio sonoro, a quello che sta accadendo dentro e fuori dai confini del continente, nell’attuale contesto di emergenza dettata dai nuovi flussi migratori.

Johnny Mox e Above The Tree hanno tenuto un vero e proprio laboratorio musicale dal vivo con i richiedenti asilo attraverso la musica e, in particolare, quella da loro ascoltata e custodita nei propri smartphone. I cellulari rappresentano il principale oggetto narrativo del progetto. Senza uno smartphone arrivare in Europa è impossibile; i telefonini offrono uno strumento prezioso come il Gps, contengono centinaia di fotografie e video ma soprattutto tanta, tantissima musica. La prima parte del laboratori prevede l’analisi e l’ascolto della colonna sonora che ha accompagnato ogni ragazzo nel lungo viaggio che lo ha portato in Italia. La seconda parte vedrà i ragazzi entrare in sala prove con la band per riarrangiare e riscrivere quella stessa colonna sonora, ma filtrata dalla loro storia.
















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