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Prevenire l’ictus cerebrale, una giornata dedicata domenica al Santa Maria Nuova di Reggio

L’ictus cerebrale si può prevenire e curare. Ogni anno nel nostro Paese si registrano circa 200mila nuovi casi di ictus cerebrale, 4mila 200 dei quali riguardano soggetti di età inferiore ai 45 anni.

Per sensibilizzare sul tema domenica 5 marzo si terrà a Reggio Emilia la Giornata di Prevenzione dell’Ictus Cerebrale. Dalle ore 8.30 alle 12 ai Poliambulatori dell’Arcispedale Santa Maria Nuova (ambulatori al primo e secondo piano) saranno offerti controlli gratuiti dei parametri collegati ai più importanti fattori di rischio vascolare: glicemia, colesterolo, pressione arteriosa e determinazione del ritmo cardiaco. L’iniziativa è organizzata nella nostra provincia da A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus in collaborazione con la struttura di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova Irccs di Reggio Emilia.

L’ictus (in inglese stroke) è un disturbo improvviso della circolazione cerebrale che compromette rapidamente e sensibilmente la funzionalità della porzione di cervello interessata. L’ictus si manifesta all’improvviso, di solito senza sintomi dolorosi, con interessamento di importanti funzioni quali linguaggio, motricità, vista, sensibilità e coordinazione dei movimenti.

Nella giornata sarà  possibile sottoporsi a una valutazione multidisciplinare individualizzata del rischio cardiaco e cerebrovascolare e ricevere indicazioni su corretti stili di vita e controllo dei fattori di rischio. L’obiettivo è prevenire la manifestazione di malattie cerebrovascolari e individuare precocemente eventuali sintomi. In presenza di un rischio cardio-vascolare elevato saranno consigliati gli adeguati approfondimenti.

La Stroke Unit del Santa Maria Nuova, settore specifico della Struttura di Neurologia, si occupa della gestione in acuto dell’ictus e della cura della patologia cerebrovascolare. L’equipe dei neurologi vascolari, guidata dal dott Giovanni Malferrari, è attiva nelle 24 ore. Come spiega Malferrari: “L’ictus è di tipo ischemico nell’80% dei casi ed è dovuto ad un trombo o ad un embolo che occlude uno dei vasi sanguigni. Entro 4 ore e mezzo dal manifestarsi dei sintomi è possibile intervenire efficacemente con terapia fibrinolitica per tentare di riaprire il vaso occluso ed evitare un danno ad almeno una porzione del tessuto cerebrale colpito. Ogni anno – conclude il neurologo – vengono ricoverati al Santa Maria Nuova circa 1.500 pazienti con malattia cerebrovascolare acuta; di questi circa 600 sono accolti dalla Stroke Unit”.

 

L’ICTUS

L’ictus è di tipo ischemico nell’80% dei casi ed è di tipo emorragico nel restante 20% quando si verifica la rottura di uno o più vasi. La causa può essere legata a fattori di rischio vascolari (in particolare l’ipertensione arteriosa) oppure, meno frequentemente, a malformazioni vascolari. La mortalità a 30 giorni dopo un ictus ischemico è pari al 20% mentre in caso di ictus emorragico la percentuale di mortalità sale al 50%.

Tra i fattori di rischio dell’ictus ci sono, oltre all’ipertensione arteriosa, il fumo, il diabete, l’ipercolesterolemia e la fibrillazione atriale (FA), quest’ultima responsabile di circa il 15% di tutti gli ictus e del 20% di tutti gli ictus ischemici.

Grazie a una costante prevenzione e a una attenta diagnosi precoce, il rischio di ictus e le sue conseguenze possono essere nettamente ridotti. I punti cardine dell’azione preventiva sono l’individuazione e la quantificazione del rischio e il conseguente avvio di un percorso di correzione dei fattori di rischio individuati: modifica delle abitudini di vita, abolizione del fumo, monitoraggio e/o terapia dell’ipertensione arteriosa, del diabete e della fibrillazione atriale.

Nelle donne colpite da ictus la mortalità è superiore rispetto a quella degli uomini; 6 su 10 decessi in persone colpite da ictus acuto si verificano nelle donne, in parte condizionati anche dalla maggiore rappresentazione della popolazione femminile nelle fasce di età più avanzate, dove l’ictus è più frequente e spesso mediamente più grave. Le donne con ictus tendono ad avere un esito peggiore rispetto agli uomini, con un maggiore declino delle funzioni cognitive, una maggiore probabilità di istituzionalizzazione e un più elevato rischio di depressione post-ictus.

 

A.L.I.Ce. REGGIO EMILIA ONLUS

A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus è attiva dal 1998. Ne fanno parte persone colpite da ictus, loro familiari, neurologi esperti nella diagnosi e nel trattamento della patologia, medici, fisiatri, fisioterapisti, logopedisti, infermieri, personale sanitario e volontari. A.L.I.Ce. Reggio Emilia fa parte di A.L.I.Ce. Italia Onlus, una Federazione di 20 Associazioni Regionali di volontariato che operano sul tema dell’Ictus cerebrale. A.L.I.Ce. Italia Onlus è inoltre membro della World Stroke Organization (WSO) e di Safe (Stroke Allience For Europe), attiva in 17 paesi europei, che ha diffuso le linee guida per la prevenzione e una migliore cura dell’ictus in un documento rivolto al Parlamento Europeo ed a tutti i governi dell’Unione Europea.

Gli obiettivi dell’associazione A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus sono:

–          Migliorare la qualità della vita e delle persone colpite da ictus, dei loro familiari e delle persone a rischio;

–          Diffondere la cultura della prevenzione;

–          Facilitare l’informazione per un tempestivo riconoscimento dei primi sintomi della malattia così come delle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza;

–          Divulgare le informazioni sulla curabilità della malattia;

–          Creare un collegamento tra pazienti, familiari e personale sanitario al fine di facilitare al massimo il recupero funzionale e consentire un rapido inserimento della persona colpita da ictus nell’ambiente familiare, sociale e lavorativo.

A.L.I.Ce. Reggio Emilia Onlus ha la propria sede in Reggio Emilia Via Agosti n.6.

Informazioni: Mirella Mazzi, tel: 334/1920102 – Email: grasselliro@alice.it; http://www.alicereggioemilia.it

 
















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