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Maxi truffa di pellet e legna da ardere: 3 denunce a Bagnolo in Piano

Un primo contatto per tranquillizzare la vittima e poi un consistente ordine di legna da ardere e pellet pagati poi con un apparente regolare assegno bancario poi risultato protestato in quanto tratto da un conto corrente senza fondi. In questo modo tre astuti truffatori hanno raggirato un commerciante della provincia di Parma acquistando in un unico ordine mai pagato, una ingente partita di pellet (15 tonnellate) e 121 quintali di legna da ardere per un controvalore di circa 7.500 euro.

Un colpo che potrebbe essere la punta di un iceberg di una più ampia truffa su cui ora si stanno concentrando le indagini dei carabinieri di Bagnolo in Piano a cui il commerciante raggirato ha sporto denuncia. Nelle more che le indagini facciano piena luce sul giro d’affari truffaldino i militari di Bagnolo in Piano, a conclusione delle relative indagini, con l’accusa di concorso in truffa hanno denunciato alla Procura reggiana un 52enne crotonese, la nipote 40enne e il compagno 43enne, questi ultimi calabresi d’origine residenti a Cadelbosco Sopra.

Secondo la ricostruzione investigativa dei carabinieri i tre, in concorso tra loro e non è escluso con la probabile correità di altre persone in corso di identificazione, effettuavano nel novembre dello scorso anno un importante acquisto di pellet e legna da ardere da un commerciante della provincia di Parma. La merce veniva fatta scaricare su un’area privata di un ignaro bagnolese a cui il 52enne crotonese, aveva chiesto cortesemente la disponibilità dell’area. L’assegno ricevuto a pagamento della merce acquistata è risultato successivamente non esigibile in quanto tratto da un conto corrente senza fondi. Inizialmente il commerciante è riuscito a contattare il cliente che ha preso tempo promettendo di saldare con un bonifico mai avvenuto. Materializzato di essere truffato  il commerciante si presentava ai carabinieri di Bagnolo in Piano sporgendo la denuncia. Nelle mani die militari un utenza telefonica con cui il commerciante inizialmente aveva intavolato la trattativa e l’area dove era stata scaricata la merce. Quest’ultimo sito è risultato appartenere un reggiano estraneo alla truffa mentre dall’utenza i militari risalivano dapprima al 52enne crotonese e quindi ai suoi due complici a carico dei quali venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso. Nel corso delle indagini i carabinieri, che recuperavano una quarantina di sacchi di pellet restituiti alla vittima, accertavano che il terzetto successivamente alla truffa aveva piazzato il materiale rivendendolo sottocosto a loro conoscenti che l’hanno comunque acquistato in buona fede ritenendolo comunque di provenienza lecita.

 
















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