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Fondazione Reggio Children: il sindaco Luca Vecchi ha incontrato il Comitato scientifico

“E’ stato messo a punto un Piano strategico, sono stati meglio definiti i ruoli di Fondazione Reggio Children-Centro internazionale Loris Malaguzzi, di Istituzione Scuole e nidi dell’infanzia e di Reggio Children srl, integrandoli e armonizzandoli con l’obiettivo di una missione comune. Credo che, dopo un anno di lavoro, quello che definiamo ‘sistema Reggio Children’ sia nelle condizioni di rafforzarsi e crescere, sia nel rapporto con il territorio di origine, la nostra comunità, sia nel dialogo con il mondo, in questo caso sotto il profilo della ricerca, dello scambio di saperi fra diverse culture e discipline, e dell’affermazione dei diritti dell’infanzia”.

Lo ha detto stamani il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, incontrando in Municipio i membri del Comitato scientifico della stessa Fondazione, che a Reggio Emilia partecipano al simposio internazionale ‘Oltre la Qualità: la valutazione oggi in ambito educativo. Riflessioni e confronti sull’educazione 0-6 e oltre’, in occasione della settimana di iniziative in omaggio a Loris Malaguzzi.

“Sono azioni concrete in questo senso – ha aggiunto il sindaco – i progetti costruiti negli ultimi mesi dalla Fondazione Reggio Children, quali ‘Fare Scuola’ con Enel Cuore onlus per la riqualificazione di 60 scuole dell’infanzia e primarie sul territorio nazionale; il ‘Cluster Città educante’ che esplora il rapporto fra educazione e tecnologie e in cui la Fondazione è partner fra i principali di una rete che abbraccia enti di ricerca e aziende leader nel campo dell’innovazione tecnologica; i rapporti instaurati ex novo o consolidati con agenzie di ricerca internazionali quali Lego Foundation, Harvard University, Mit di Boston”.

All’incontro con il sindaco, oltre alla presidente della Fondazione Carla Rinaldi e all’assessore all’Educazione Raffaella Curioni, erano presenti i membri del comitato scientifico: Paola Cagliari, direttore dell’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia, Gunilla Dahlberg, professore emerito all’Università di Stoccolma, una delle maggiori autorità internazionali del Reggio Emilia Approach, Peter Moss professore emerito dell’Istituto di Educazione all’Università di Londra e ricercatore presso l’Unità di ricerca dell’Istituto Thomas Coram, Francesco Profumo, già ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, oggi presidente della prestigiosa Business school Escp Europe e della Compagnia di San Paolo. Hanno partecipato all’incontro anche Margie Cooper, rappresentante del Narea North America Reggio Emilia Alliance e membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Reggio Children; Marco Rossi Doria esperto internazionale di inclusione scolastica e Susanna Mantovani professore ordinario di Pedagogia generale e sociale all’Università degli studi di Milano-Bicocca.

“Il modello di società aperta, a cui ci ispiriamo e di cui Reggio Children è punto di riferimento – ha sottolineato il sindaco – oggi ci interroga, in un tempo di accresciute diseguaglianze, di sistemi che tendono ad escludere, di muri che vengono costruiti là dove dovrebbero aprirsi ponti: come consolidare e diffondere questo modello ‘aperto’ e alternativo alla mentalità escludente che sembra imporsi? Avvertiamo questa sfida, con un senso di responsabilità legato a Reggio Children che nasce nella nostra comunità e si rivolge al mondo: è una sfida che parte dall’educazione, dalla nostra cultura dell’educare, e coinvolge fra le prime la politica e il suo rapporto con gli intellettuali, con il pensiero, che va recuperato e ripristinato, in uno sforzo collettivo di nuova apertura, dialogo e condivisione per raccogliere la sfida di un nuovo umanesimo”.

Fra gli intervenuti, il professor Profumo ha parlato dell’urgenza di un “rinascimento della ricerca, soprattutto nell’educazione, come risposta ai mutamenti sociali e globali degli ultimi anni. Una ricerca che può svilupparsi in rete di dati ed esperienze, che sia in grado di includere e connettere saperi diversi in tempi più celeri che in passato. Una modalità di ricerca ‘distribuita’ che in Reggio Children esiste e che va sviluppata e aperta a nuove opportunità”.

Per il professor Rossi Doria, “si corre il rischio, e questo accade anche nelle esperienze più innovative, di costruire una sorta di modello invariabile. Soprattutto in un mondo che tende a ‘chiudersi’, serve perciò dare maggiore voce all’esperienza di Reggio Children, serve un salto di qualità, perché la semplice, e pur necessaria difesa, non basta. Credo che questo aspetto sia anche nel pensiero di Loris Malaguzzi”.

 
















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