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Si conferma una leggera ripresa per l’artigianato emiliano-romagnolo nel terzo trimestre 2016

Tiene l’artigianato emiliano-romagnolo: nel terzo trimestre 2016 si continuano a percepire i segnali positivi già intravisti. Fatturato, produzione e ordini confermano il trend di crescita.

Queste indicazioni emergono dall’indagine sulla congiuntura dell’artigianato realizzata in collaborazione tra Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. L’andamento congiunturale si conferma moderatamente espansivo. Prosegue una discreta crescita della produzione industriale regionale, che per le imprese artigiane si è concretizzata in un ulteriore lieve miglioramento dell’attività produttiva. Nel terzo trimestre il fatturato a prezzi correnti è aumentato solo lievemente (+0,3 per cento), la produzione, invece, è cresciuta dello 0,7 per cento, con una lieve accelerazione rispetto al trimestre precedente. La tendenza resta positiva anche per gli ordini (+0,2 per cento), ma appare leggermente più contenuta rispetto al periodo da aprile a giugno, fatto che induce a cautela per il futuro.

Sono poche le imprese con accesso ai mercati esteri, ma queste ne hanno tratto ampio beneficio. Il fatturato estero ha messo a segno un aumento di rilievo nell’attuale congiuntura (+2,7 per cento) e anche la tendenza degli ordini esteri ha mostrato un’analoga accelerazione (+2,6 per cento).

La cassa integrazione guadagni. I primi dieci mesi del 2016 si sono chiusi con una forte crescita della Cig. Si è trattato esclusivamente d’interventi in deroga, le cui ore autorizzate all’artigianato sono ammontate a circa 3 milioni e 133 mila, in crescita del 39,6 per cento rispetto all’analogo periodo del 2015.

Il Registro delle imprese. Gli effetti della crisi trascorsa continuano a manifestarsi nell’emorragia delle imprese. A fine settembre le imprese artigiane attive nell’industria ammontavano a 28.951, in calo del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015, pari a 680 imprese in meno. La flessione è risultata leggermente superiore per le imprese attive artigiane manifatturiere nazionali (-2,0 per cento).
















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