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Pertosse, migliorano ma restano in prognosi riservata i due gemelli ricoverati al Sant’Orsola

Rimangono in prognosi riservata, ma migliorano le condizioni dei due gemelli di due mesi ricoverati al Policlinico di Sant’Orsola a causa della pertosse. “La situazione – spiega il direttore del Dipartimento materno-infantile Giacomo Faldella – rimane molto delicata, anche se abbiamo potuto apprezzare qualche segnale capace di tenere viva la speranza. Un risultato che è stato ottenuto grazie alla collaborazione con i medici che avevano precedentemente in cura i gemelli e alla capacità di integrare al Sant’Orsola professionalità diverse, che qui trovano la loro massima espressione e che hanno consentito una diagnosi tempestiva e l’immediata attuazione delle terapie appropriate”.

Il maschio era stato trasferito dalla rianimazione pediatrica del Sant’Orsola nell’Unità operativa di Anestesiologia e rianimazione diretta dal dottor Guido Frascaroli,  nel nuovo Polo Cardio-toraco-vascolare, perché si era reso necessario attivare la circolazione extracorporea (ECMO). L’ossigenazione extracorporea ha consentito di superare la fase più acuta e critica della malattia e, a condizioni cliniche stabilizzate, lunedì è stato possibile disattivarla e passare a tecniche di ventilazione artificiale più convenzionali e a minor rischio di complicanze.

La bambina, che è rimasta ricoverata nel reparto di Anestesiologia e rianimazione pediatrica diretto dal dottor Fabio Caramelli, è ancora intubata e ventilata meccanicamente, ma  registra, infatti, un miglioramento sia radiologico sia clinico. Il prossimo passo per cui entrambi i reparti continuano a lavorare prevede per entrambi lo “svezzamento” progressivo dalla ventilazione artificiale ed il completo recupero della respirazione spontanea.

“Abbiamo accolto con grande soddisfazione – commenta il professor Faldella – la decisione del Governo di inserire nei LEA, rendendoli così gratuiti in tutto il Paese, tanti vaccini tra cui quello per la pertosse sia negli adulti sia nelle donne in gravidanza. Ridurre la diffusione della patologia e consentire il trasferimento degli anticorpi al bambino con la vaccinazione durante l’ultimo trimestre di gravidanza sono le uniche armi a nostra disposizione per proteggere i neonati che possono essere vaccinati solo dopo aver compiuto il secondo mese di vita”.

 
















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